BOZZA DOCUMENTO PRECONGRESSUALE DELLA PRESIDENZA NAZIONALE USCENTE
(documento "Work in Progress" aggiornato al 6 aprile 2006)

 

1)     MANTENERE LA ROTTA DEL MANIFESTO AZIONETRANS DINAMICAMENTE

 

Sin dalla sua nascita come “costola scomoda” di Arcitrans, Crisalide AzioneTrans ha avuto fra i primi obbiettivi quello di far meglio conoscere anche in Italia il concetto di transgender e la relativa varietà che compone il cosiddetto “mondo T*”, cercando quindi di abbattere quei due o tre stereotipi basati sull'ignoranza che erano diffusi nell'opinione popolare:

  • Le trans erano tutte prostitute;
  • Le trans erano tutte oche e di intelligenza politica inesistente;
  • I trans non esistevano

 

Pregiudizi duri a morire anche all'interno dello stesso movimento LGBT Italiano. Quando Crisalide nacque, nel 1999, l'opinione maggiormente diffusa nel movimento gay e lesbico si poteva riassumere in questi punti:

 

  • Le trans erano il “peso” del movimento LGBT italiano per la scarsa capacità di mobilitazione, la inesistente capacità di elaborazione politica, la scarsità numerica e soprattutto la specificità di alcune problematiche che si portavano dietro e che non coincidevano con le istanze della “corazzata gay e lesbica”
  • Il movimento trans si identificava tout court con il M.I.T che - allora -aveva due principali interessi: la tutela delle prostitute T* e il fornire servizi in proprio per la transizione
  • I trans non esistevano o per chi ne conosceva l'esistenza erano “marziani”, oggetti misteriosi e non compresi. Quando considerati, lo erano quasi esclusivamente dal movimento lesbico che li considerava spesso "traditrici" del valore "femminile" e "femminista" e nuovi "maschilisti";
  • Il movimento trans era esclusivamente MtF e l'opinione generale dei trans FtM nei confronti delle sorelle MtF era scadente in quanto la presunta eccessiva visibilità delle stesse, cozzava contro il loro interesse di “invisibilità” e possibilità di “nascondersi” fra gli uomini “genetici”, come maschio in mezzo ad altri maschi, in un totale rinnegamento del proprio passato e quindi della propria realtà più intima.

 

Se guardiamo oggi i rapporti reali fra il movimento gay, quello lesbico e quello trans, ed ancor di più i rapporti di collaborazione fra MtF e FtM ci sembra che non siano trascorsi 7 anni (di cui solo 5 in autonomia, liberati dai lacci di un Arcitrans più velleitaria che capace) ma molti di più. La presenza di Crisalide ha certamente contribuito all'accelerazione di alcuni processi di reciproco riconoscimento ed anche di collaborazione fra la componente trans e le componenti gay e lesbica del movimento (accelerazione che peraltro ancora non ha raggiunto in pieno gli obbiettivi).

 

2)     UN PO' DI STORIA SULLA NASCITA, CRESCITA ED EVOLUZIONE DELLA ASSOCIAZIONE: CONQUISTE E NUOVE PROBLEMATICHE

 

a) I rapporti con il movimento Gay: sin dalla sua nascita Crisalide ha imparato a farsi sempre più rispettare come soggetto politico e culturale capace di elaborare pensieri e strategie autonome e/o complementari a quelle del movimento Gay, inizialmente inseguendo letteralmente la più importante associazione gay italiana – Arcigay - affinché i suoi responsabili si abituassero a non omettere di nominare la componente trans del movimento ed i suoi obbiettivi. Inoltre, attraverso il nostro sito e le nostre iniziative politiche abbiamo iniziato ad attirare dapprima la curiosità, e poi l'interesse sia di Arcigay sia di altre associazioni che avevano statutariamente la “missione” glbt ma nelle quali la componente “T” non aveva quasi mai trovato una reale componente militante.

Un punto di svolta sulla stima guadagnata da Crisalide è avvenuta con la manifestazione contro le discriminazioni di San Remo dell'otto marzo 2003.  Quella manifestazione nacque in modo bizzarro. Dopo vicende mediatiche di discriminazione nei confronti della cantante transgender Cristina Bugatty da parte di Pippo Baudo che la escluse dal “Dopofestival” condotto da Vittorio Sgarbi, quest'ultimo, preso da una improvvisa vena antidiscriminatoria, si dimise e ne fece una questione che andò su tutti i giornali nazionali. In realtà la “discriminazione” subita dalla Bugatty era ben poca cosa rispetto a chi non riusciva (e non riesce) a trovare un lavoro per mantenersi, ma sarebbe stato sciocco non cercare di sfruttare l'apertura mediatica di uno spiraglio per potere approfondire l'argomento. Inoltre, estemporaneamente, l'on. Grillini, solitamente distratto sulle tematiche trans, sparò una dichiarazione che vi sarebbe stata una manifestazione proprio a San Remo. Consultai immediatamente Arcigay che era rimasta ugualmente spiazzata da tale dichiarazione. Fu così che Crisalide decise di “prendere in mano” la situazione e di organizzare  una “manifestazione nazionale”.  Ovviamente Arcigay non poteva né non aderire, né fare fallire una manifestazione “lanciata” dal suo presidente onorario. Quella fu la prima occasione in cui Crisalide e Arcigay ebbero l'occasione di lavorare fianco a fianco in una operazione piuttosto complessa come è organizzare una manifestazione nazionale. Ovviamente aderì tutto il movimento GLBT ma di fatto ad organizzare gli eventi e tutte le questioni sia burocratiche sia fu la sezione ligure di Crisalide e, per Arcigay, il Segretario Nazionale Aurelio Mancuso.

La buona riuscita della manifestazione (nonostante una copertura mediatica vicina allo zero), ancor di più, la serietà e precisione con cui Crisalide organizzò il tutto e seppe dare la giusta impronta politica all'evento, ebbe un buon effetto sulla percezione di questa “nuova associazione” presso le altre ass.ni del movimento gay e lesbico.

Da quel momento in poi Crisalide non si è tenuta mai fuori dai giochi delle decisioni nazionali presi a nome del “movimento” nel suo insieme, rappresentando spesso una “spina nel fianco” per le associazioni gay e lesbiche per la pretesa di parità di trattamento e visibilità della componente T* del movimento e scrivendo documenti su documenti sulla necessità strategica di essere un vero movimento LGBT e non soltanto una sommatoria di parti che curavano esclusivamente i propri interessi.

Nel frattempo Crisalide cresceva, si espandeva sul territorio e Arcigay è stato sicuramente un appoggio logistico fondamentale per la nostra crescita. La sede di Milano, la più grande di Crisalide, ospite gratuita del C.I.G. Arcigay Milano – sede altrettanto importante nel complesso della rete di Arcigay, divenne presto occasione di confronto, di collaborazione, di partecipazione reciproca ad iniziative che fino ad allora ai gay erano pressoché sconosciute.

Più tardi analoga esperienza abbiamo avuto nell'Abruzzo con il Circolo GLBT "Jonathan, Diritti in movimento".

Dal 1999, data della nascita di Crisalide, ad oggi possiamo tranquillamente dire che la “rispettabilità” politica della componente trans del movimento, è nettamente migliorata per il fondamentale contributo di Crisalide. Miglioramento che Il MIT da solo- per sua stessa voce più attento all'offerta di servizi che non ad un intervento politico-culturale, ma presente nella scena GLBT da molti anni in più - da solo non era riuscito – nonostante la forte personalità della sua presidente, Marcella Di Folco - ad ottenere. I primi anni di attività di Crisalide hanno visto infatti un'ottima qualità di collaborazione con il citato M.I.T..

Con ciò non si vuole affermare che ogni problema di rapporto sia risolto, anzi. Per certi versi la “conflittualità” interna fra Crisalide ed il resto del movimento gay potrebbe anche considerarsi aumentata. Ma proprio questo fatto è la prova di una maggiore “parità” fra le diverse componenti GLBT. Inoltre, negli anni, molte iniziative comuni hanno visto il contributo fondamentale della nostra Associazione.

b) i rapporti con il movimento Lesbico: nei confronti del movimento lesbico, a parte una esperienza locale genovese con la componente lesbica della ex Associazione Gay e Lesbica “L'isola che non c'è”,  Crisalide ha iniziato a rapportarsi in tempi più recenti.

Anche in questo caso però, possiamo dire che dalla nascita di Crisalide ad oggi, molte cose sono cambiate ed in meglio. A parte il settore “separatista” del movimento lesbico, oggi Crisalide ha aperto delle possibili strade di percorso comune con il movimento lesbico (settore lesbico dell'Open Mind e Arcilesbica, come primi esempi.

La componente FtM di Crisalide, il Coordinamento Trans FtM, sono sicuramente stati i primi artefici di questo avvicinamento che  - non è casuale – nasce dalla maggior conflittualità preesistente (e non ancora debellata totalmente); diffidenza, se non addirittura condanna, che dall'ambiente lesbico veniva nei confronti dei trans FtM. In sostanza sempre meno accade che gli FtM siano considerati come una sorta di “traditrici” dei valori della femminilità e del femminismo e sempre più si comprende quanto le questioni del “genere” e dell'Identità di Genere, non siano estranee alla realtà lesbica.

Anche all'antica “lotta” per “l'accettazione” fra le lesbiche delle trans MtF lesbiche, Crisalide ha cambiato strategia e metodo. Se negli anni precedenti il tentativo delle trans lesbiche era stato di “protesta”, di condanna, di pretesa “uguaglianza” fra donne nate tali e neo donne transgender, Crisalide ha preferito passare attraverso la rivendicazione del proprio specifico “transgender” come un valore e che questo “valore” potesse essere “utile” al movimento lesbico.

Peraltro il “rivendicare” lo “specifico” transgender (senza spostare di una virgola il concetto di essere comunque donne) ha in qualche modo facilitato la comunicazione fra transgender lesbiche e lesbiche. L'abbandono della teoria del “siamo uguali” e l'abbracciare la rivendicazione del “siamo differenti ”, ha sicuramente prodotto un “rilassamento” anche emotivo in molte lesbiche che ci rifiutavano.  Si può essere ugualmente donne, seppur diversamente donne. Questo il concetto che Crisalide ha cercato di far passare. Un concetto più corrispondente al vero che ha prodotto benefici sia per le donne transgender lesbiche, sia per le lesbiche. Infatti il rivendicare uno “specifico” transgender ha:

- ridato dignità alle transgender lesbiche e posto fine alla pretesa che finiva per risultare patetica di essere accettate in quanto "identiche";

- creato un clima di confronto e non più di scontro delle differenze fra lesbismo e translesbismo, femminismo e transfemminismo. Sempre di più il movimento lesbico ha quindi avuto l'opportunità di verificare che – stabilite alcune differenze e specificità – l'essere donna è un concetto sicuramente più ampio della mera questione cromosomica o di “osservazione genitale”.

Infine – grazie all'impegno del Coordinamento Trans FtM ed in particolar modo di Davide Tolu e Matteo Manetti – l'organizzazione dell'”evento Feinberg- ha portato ad un confronto molto serrato in varie città italiane fra lesbiche e transgender (FtM, e MtF lesbiche in primis).

Se dovessi stabilire una data che ha cambiato le modalità di rapporto fra Crisalide e le persone trans che rappresenta e Arcilesbica e le persone lesbiche che rappresenta, e comunque fra transgender e lesbiche più in generale, questa corrisponde proprio alla venuta in Italia di Feinberg (peraltro una collaborazione fra un traduttore FtM e una casa editrice lesbica).

 

c) I Gruppi di Auto Aiuto: Crisalide nel frattempo curava in modo particolare l'aspetto culturale della propria ragione di esistere senza trascurare il lavoro di sostegno. Per non esaurire tutte le proprie forze in gestioni improbabili di “consultori propri”, Crisalide ha preferito agire costruendo una rete di strutture del SSN, cercando di farle agire secondo i protocolli internazionali più aggiornati, ed ha scelto come strumento primario di sostegno il primo ascolto e soprattutto lo strumento dei Gruppi A.M.A. (Auto Mutuo Aiuto). Questi ultimi, nati grazie alla prima intuizione di Matteo Manetti, vicepresidente di Crisalide, sono mano a mano diventati lo strumento di aggregazione primario per l'associazione, svolgendo contemporaneamente il compito specifico dell'Auto Aiuto e dell'uscita dalla solitudine ed emarginazione delle persone T*, costituendo un punto di connessione tutto nostro con le strutture che si occupavano della transizione dal punto di vista “clinico” ed in modo particolare con psichiatri e psicologi. Crisalide ha puntato “seriamente” sui gruppi AMA, cercando di formare i facilitatori. Fatto che ha contribuito a distinguerci in serietà sia rispetto alla nostra “utenza”, sia rispetto alla percezione generale del resto del movimento, sia  nei confronti delle strutture “mediche” che hanno potuto vedere nei nostri “gruppi fra pari” uno strumento particolarmente utile per la comprensione della dimensione della persona e del percorso che intende realizzare su di sé.

d) la nascita del movimento FtM e la scelta non separatista: Sempre in quegli anni un'altra intuizione che poi divenne fondamentale per la sussistenza stessa di Crisalide nacque nella mente di Davide Tolu, nostro socio, ma con una “missione” particolare che sentiva nel cuore: fare uscire allo scoperto i trans FtM, creare anche in Italia i presupposti per la nascita di un movimento FtM. Attraverso la creazione del Coordinamento Nazionale Trans FtM e resistendo alla tentazione di molti FtM al “separatismo” rispetto alle trans MtF, oggi sembra del tutto naturale che FtM e MtF lavorino insieme per Crisalide con la consapevolezza di perseguire una causa comune che ha solo parti di percorso diverse.

Alla buona riuscita dell'integrazione fra le due componenti citate ha sicuramente anche contribuito il fatto che la componente MtF di Crisalide ha decisamente smontato ogni stereotipo che poteva essere precedentemente presente anche nei ragazzi FtM.

e) Crisalide: una casa per tutte le persone T*, maschi, femmine e intermedi: Questa collaborazione è diventata alla fine un vero e proprio scambio politico tanto che oggi una buona parte della “dirigenza” di Crisalide è FtM, cosa soltanto inimmaginabile prima della nascita di Crisalide.

Inoltre, e non è un fattore secondario, la caduta delle barriere di diffidenza, ha dato luogo a nuove forme di “relazione” fra FtM e MtF e oggi non sono poche anche le coppie affettive FtM/MtF, una nuova “eterosessualità” che si aggiunge alle relazioni omosessuali transgender composte da coppie di 2 FtM o due MtF.

La convinzione della necessità di unire FtM e MtF è nello stesso codice genetico di Crisalide, fondata e portata avanti fino ad oggi da una MtF e da un FtM, ma senza l'intuizione e l'impegno concreto di Davide Tolu, oggi non saremmo al livello di integrazione in cui siamo.

 

e) Crisalide come portatrice della coscienza dell'Identità di Genere all'interno del movimento gay: Sebbene non abbiamo mai voluto perdere la nostra specificità “transgender”, il nostro lavoro di collaborazione e di contatto con l'ambiente gay organizzato è stato proficuo perché siamo riusciti ad invertire, nella coscienza di molti gay, l'idea che una donna trans fosse una sorta di “gay che per paura di uscire fuori dallo stereotipo “maschio/femmina” si cambia il corpo pur di potere esprimere la propria omosessualità”.

Questa idea della trans come una sorta di ipergay o di gay che però vuole stare negli stereotipi della eterosessualità era molto diffusa fino ad una decina di anni fa nell'ambiente omosessuale maschile.

Quando gli eventi ci scorrono sotto gli occhi mentre li viviamo, spesso non ci rendiamo conto di quanti cambiamenti sono avvenuti e abbiamo contribuito a provocare.

Crisalide ha “giocato” tutte le sue carte ed erano tutte “in regola” affinché da parte gay finisse un atteggiamento ostile… dall'altra parte il movimento omosessuale maschile ha iniziato a leggere, ascoltare, riflettere e modificare radicati stereotipi: non è cosa da poco.

Inoltre, se dieci anni fa i gay pensavano che le trans fossero omosessuali con problemi di accettazione della propria omosessualità, oggi sono molti i gay che riflettono su quanto la propria omosessualità abbia radici in problematiche relative all'identità di genere. Come già detto l'effemminatezza di una parte degli omosessuali maschi oggi è meno derisa, meno vissuta superficialmente e maggiormente indagata verso un'origine da cercarsi in una “identità di genere” certamente non transessuale, ma in qualche modo connessa all'identità di genere.  Queer” è quasi termine sinonimo di Transgender. Il primo è nato in ambito gay, il secondo in ambito trans, ma le conclusioni a cui giungono  e  le persone che racchiudono sono molto vicine fra loro.

Crisalide in Italia è stata sicuramente l'Associazione che più ha lavorato per cambiare le reciproche percezioni fra gay e trans.

Anche in questo caso la fecondazione di una nuova reciproca percezione ha portato alla nascita di coppie omosessuali formate da gay e trans ftm anche se forse in misura minore rispetto alle coppie lesbica-trans Mtf.

 

f) Crisalide come portatrice della coscienza dell'Identità di Genere all'interno del movimento lesbico: come già accennato il rapporto con il movimento lesbico è stato persino più difficile e pieno di diffidenze reciproche, rispetto al rapporto con i gay.

Crisalide e il Coordinamento Trans FtM insieme hanno reso possibile un avvicinamento reciproco iniziando a promuovere dibattiti sull'identità femminile o sul femminismo e il contributo dato dal movimento transgender, temi che come minimo instillavano il seme della curiosità, per concludersi (momentaneamente) con l'evento “Feinberg” di cui già si è detto.

E se la  tournèe di Feinberg è stata anche ricca di momenti polemici e di scontro, di certo ha modificato il reciproco rispetto al punto che, ad esempio, il documento finale del recente congresso nazionale di ArciLesbica riporta le seguenti argomentazioni:

“Molto ci ha dato l'entrare in relazione con la parte “trans” del movimento, compagne e compagni che hanno reso meno spigolosa e assoluta la nostra identificazione di genere. Dopo lo scontro-incontro degli anni passati con le MtF, transessuali da uomo a donna, la novità dell'ultimo periodo è l'emergere anche in Italia del soggetto FtM, transessuali da donna a uomo. Il passaggio in Italia nel 2004 di Leslie Feinberg e la pubblicazione del suo Stone Butch Blues hanno inaugurato un nuovo versante problematico e produttivo di saperi inediti.”

Andando a memoria è la prima volta che un documento ufficiale di una grande associazione gay o lesbica riconosce al movimento transgender un ruolo di compenetrazione per una diversa consapevolezza.

Ringraziamo a nome di tutto il movimento transgender Arcilesbica per questo passaggio che riteniamo sia stato il frutto di molte elaborazioni personali e di gruppo. Proprio il maggior senso di distacco preesistente ha portato Crisalide a cercare di portare a conoscenza del maggior numero di persone possibile il messaggio di Feinberg che è poi anche il nostro: gender, gender identity e sexual orientation sono spesso più intrinsecamente legati fra loro di quanto non si creda. Feinberg con i suoi due libri più famosi ne è testimone vivente: “Stone Butch Blues” che racconta un pezzo di storia del movimento lesbicobutch” e “Transgender Warrior” (purtroppo ancora non tradotto in Italia), manifesto non del transessualismo inteso come passaggio da un sesso all'altro, ma del transgenderismo, ovvero della rottura degli schemi binari identitari.

Politicamente con Arcilesbica abbiamo collaborato meno di quanto non sia avvenuto con Arcigay e questo fatto deve essere motivo di riflessione per gli intenti per i prossimi anni.

g) transfobia, genderismo, eterosessismo: Crisalide ha letteralmente importato e fatto diventare di pubblico dominio nella comunità LGBT Italiana il concetto di “transfobia” approfondendo similitudini e differenze con l'omofobia (vedi il documento allegato su “Transfobia e Omofobia”). Anche genderismo era parola ignota o comunque confusa con eterosessismo ed anche in questo ambito abbiamo cercato di portare nella “provincia” italiana concezioni più avanzate per comprendere anche la nascita del maschilismo e delle battaglie che abbiamo davanti per scardinarlo.

h) transfemminismo, translesbismo: da tempo negli USA il movimento femminista ha iniziato a comprendere la risorsa che può provenire dal transfemminismo. Il passaggio dal considerare le transgender non più “uomini travestiti da donna” ma “donne nate ed educate come uomini” è un punto cruciale per trasformare il transfemminismo da “baracconata” a “risorsa del movimento”.

Se è vero che le transgender non conoscono alcuni meccanismi biologici femminili sulla propria pelle e ancor di più non hanno dovuto subire i condizionamenti educativi di sottomissione femminile, è altrettanto vero che proprio queste “differenze” sono la vera ricchezza del transfemminismo, il vero “portato” culturale del transfemminismo verso il femminismo. La conoscenza “sulla pelle” dei meccanismi perversi del maschilismo è un'arma in più per comprenderlo, riconoscerlo, smascherarlo e anche sconfiggerlo.

Se una femminista è consapevole sulla propria pelle di cosa vuol dire subire il maschilismo, per una transgender MtF il “passaggio di genere” determina una vera e propria “gestalt” fra l'una e l'altra condizione… un rapporto “sfondo/primo piano” eclatante che spesso rende le transfemministe persino più estreme delle sorelle femministe.

Discorso sovrapponibile potrebbe essere fatto per il translesbismo nei confronti del lesbismo, se non fosse che in questo caso esiste una componente sessuale, quindi di “attrazione”, che rende l'accettazione più difficile, in particolar modo per le trans non operate.

Se l'esser donna o uomo (non maschio o femmina) resta ancorato ai genitali, di certo siamo lontane dalla cultura transgender e dalla possibile comprensione lesbica / translesbica, ma se ci eleviamo un poco dalla differenziazione genitale (animale) ed entriamo nella logica del percepirsi donna sia per aspetti estetici sia per aspetti di “funzionamento psicologico/cerebrale”, allora la differenza tra l'avere un pene o l'avere una neovagina diventa elemento secondario rispetto alla percezione profonda dell'amore omofilo cerebrale e psicologico. La presenza di un pene (per le trans non operate), con questa consapevolezza, diventa un mero fattore estetico riguardante il “mi piace” o “non mi piace” , senza assumere valori identitari.

Oggi le lesbiche che si rapportano alle translesbiche semplicemente ascoltando le affinità elettive e il piacersi estetico (importante ma non sempre essenziale) si rendono spesso conto che la differenza sta solo in qualche tecnica amorosa leggermente modificata (cosa peraltro valida anche fra due diverse donne che amano essere toccate in modi diversi).

Infine la questione “visibilità lesbica” che è sempre stata un po' “perdente” rispetto alla visibilità gay, è questione “da poco” per chi abbia dovuto attraversare la visibilità assoluta ed evidente e non nascondibile di una transizione. Questo “coraggio” che ogni transessuale, sia ftm sia mtf, ha dovuto trovare dentro di sé può essere visto come uno strumento da condividere per vincere quei condizionamenti che portano spesso le lesbiche a nascondersi o, peggio, a diventar separatiste, in questo modo dimostrando che si può davvero essere donne soltanto senza uomini e quindi paradossalmente attribuendosi una subalternità all'uomo, pur nella sua negazione.

In questo ambito Crisalide ha soltanto  “sollevato un coperchio” che vorrebbe aprire completamente insieme al movimento lesbico, senza perdere le differenti specificità, ma senza farle diventare motivo di separazione.

i) L'Uomo Nuovo: se c'è un merito nel movimento ftm italiano, perlomeno quello organizzato in Crisalide e nel Coordinamento Trans FtM, è quello di aver tratto dall'integrazione con le sorelle MtF un'esperienza che potrebbe diventare in un futuro prossimo molto importante, forse ancor di più di quanto possa essere il contributo alla causa lesbica e femminista del transfemminismo e del translesbismo. Ancora una volta nomino Davide Tolu e Matteo Manetti,  perché sia con le loro opere artistiche, sia con la loro azione politica, sia con il loro stesso esempio di vita, hanno indicato agli FtM una via diversa dall'imitazione dello stereotipo maschile. Hanno indicato la via di un modo diverso di essere uomini, maschi. Un modo che chiamiamo “L'uomo nuovo” anche in ricordo della commovente opera teatrale ideata da Tolu e interpretata magnificamente da Manetti: One new man show.

E cosa è allora questo “Uomo Nuovo”? E' un uomo femminile? No, per niente. Molti uomini hanno una componente femminile psicologica ma questo non li rende “Uomini Nuovi” perché comunque sono stati imbevuti di cultura maschilista. Solo chi ha subito il maschilismo “dall'altra parte della barricata” può elaborare un concetto di “maschile” davvero nuovo perché ripulito dal grande condizionamento che oscura spesso gli uomini: la sottocultura maschilista.

Il progetto “Uomo Nuovo” è solo per ora un “dito che indica la luna” ma Crisalide ne agevolerà ogni forma di espressione, ricerca, elaborazione, sviluppo. Fosse anche solo per questi motivi Davide Tolu e Matteo Manetti non potranno far parte della Storia del movimento trans italiano.

 

3)      LE LOTTE, LE BATTAGLIE

 

Crisalide ovviamente non si è occupata soltanto degli aspetti culturali del transgenderismo. Essi hanno corso parallelamente ad un vero e proprio servizio di supporto, quasi “sindacale” per le persone transgender  e transessuali, sia attraverso attività in proprio come i già citati “Gruppi di Auto Mutuo Aiuto” e servizi di “primo ascolto”, sia attraverso collaborazioni con le ASL territoriali, i consultori o le Facoltà di Medicina delle Università degli Studi per garantire il miglior trattamento possibile nel percorso di transizione secondo l'ottica primaria della tutela della salute. L'iter di transizione, anche nella sua prima fase  di conversione ormonale  è un percorso non privo di rischi per la salute. Rischi che possono essere minimizzati con uno screening iniziale il più completo possibile e con controlli periodici sullo stato generale della salute. Nello specifico Crisalide si è battuta affinché negli screening iniziali pre-terapia ormonale venissero incluse indagini sulle “proteine C ed S” che intervengono nel processo di coagulazione del sangue ed anche indagini di predisposizione genetica verso lo stesso tipo di patologia. Riteniamo che non esista – per la motivazione fortissima delle persone trans – una controindicazione che possa definirsi assoluta per intraprendere la terapia ormonale sostitutiva, se la si modula in funzione della salute generale della persona.

Ma le battaglie che negli anni ci hanno più impegnato sono:

 

1) la detassazione delle istanze di rettificazione sessuale in tribunale (vinta)

2) la modificazione della legge 164 nella direzione della nuova legge inglese che non considera obbligatorio l'intervento chirurgico sui genitali per la modifica del nome e dell'indicativo di genere di una persona transgender;

3) una legge antidiscriminazione includente le persone transgender e transessuali;

4) la protezione della privacy negata durante il percorso di transizione;

5) la gratuità del percorso di transizione;

6) la fuoriuscita della condizione transgender dalla patologizzazione psichiatrica;

6) il diritto al lavoro e le leggi che ci tutelano con la produzione,  attraverso la collaborazione con CGIL e di CERSCOSIG, dell'UNICO opuscolo informativo sui diritti misconosciuti ma esistenti delle persone transgender sul lavoro;

7) l'uscita dall'isolamento delle persone transgender

8) la necessaria diffusione dell'Associazione sul territorio al fine di potere garantire servizi e informazioni al più ampio numero di persone in Italia;

 

Quasi nessuna di queste battaglie è stata vinta. Peraltro il nostro lavoro ha iniziato ad essere produttivo nell'ultimo anno del governo di Centro Sinistra e poi durante questo lunghissimo “regno” berlusconiano, governato da partiti variamente transfobici.

In un clima politico quindi estremamente difficile. Tanto difficile da aver dovuto attendere due anni prima di ottenere lo status di ONLUS per boicottaggi a livello Regionale (anch'esso in mano, allora, al Centro destra).

a) Apartitici ma non apolitici: quando ti ritrovi di fronte ad un quadro politico che a sinistra ti appoggia esclusivamente a parole e a destra ti osteggia in modo eclatante e con una Chiesa Cattolica via via sempre più conservatrice, integralista, politicamente aggressiva, omofoba e transfobica, non è facile lavorare e neppure facile è restare in una sorta di obbiettiva distanza dal sistema politico. Non viviamo in UK, dove le tutele dei diritti civili per le persone trans sono oggi patrimonio sia del “labour” sia dei “liberal”, con l'unico schieramento contrario dei “conservatori”. In quel caso è facile non schierarsi né a sinistra né a destra perché in entrambe le direzioni vi sono forze politiche liberali, libertarie in materia di diritti civili e si può quindi decidere il proprio voto anche in funzione delle proprie idee politiche generali.

In Italia invece tutto l'arco delle forze politiche con al massimo due o tre eccezioni agisce sotto libertà vigilata. Ovvero la libertà che possono permettersi senza urtare troppo il Vaticano. Il voto “democristiano” oggi è appetito sia a destra sia a sinistra, con ben poche eccezioni e i diritti civili di gay, lesbiche e trans sono stati ben volentieri sacrificati da entrambi i governi all'altare del voto cattolico. Certo con toni differenti ma noi non dimentichiamo che due progetti di legge poi diventati il pdl unificato Vendola-Soda-Soro contro le discriminazioni è stato fermato per l'intera legislatura di Centro Sinistra in Commissione Affari Costituzionali e mai calendarizzato.

La differenza fra scrivere testi di legge a favore dei nostri diritti senza mai discuterli e portarli all'approvazione e non scriverli affatto, è perfettamente ininfluente rispetto alla qualità di vita delle persone transgender e transessuali.

Diventa quindi indispensabile “schierarsi” a favore di quelle poche eccezioni alla norma devastante della morale vaticana. Talvolta non possiamo contare neppure su interi partiti, ma singole persone all'interno di partiti come minimo sordi alle nostre istanze. Quindi abbiamo appoggiato Rifondazione Comunista perché ha fatto eleggere una Titti De Simone, ex presidente nazionale di Arcilesbica; i DS che hanno fatto eleggere un Grillini peraltro attento quasi esclusivamente alle questioni gay; i Comunisti Italiani che con Maura Cossutta e Katia Bellillo (allora Ministro per le Pari Opportunità) hanno speso energie per le nostre istanze.

Chi altri? I Radicali nel corso delle ultime due legislature sembravano ormai seguire solo un sogno economico liberista, trovando una improvvisa vocazione per la politica economica, che non è mai stato il “piatto forte” di quel partito e dimenticando la sua  natura essenziale della sua grande capacità di cambiare in senso laico i costumi, la morale, l'etica del vivere comune, che era stata la grande rivelazione degli anni '60 e '70.

Crisalide ha cercato i suoi partner politici di volta in volta, seguendone la reale attenzione a risolvere i nostri problemi e modificando le indicazioni di volta in volta, quando certe promesse restavano tali oltre ogni decenza.

In politica Crisalide ha deciso d'essere “puttana”, ovvero di non avere adesioni ideologiche ma di “vendere” il proprio appoggio a chi di volta in volta garantiva almeno un impegno concreto, fattuale. Questo ovviamente nella piena libertà di espressione dei singoli soci dell'Associazione.

 

4)      L'ORGANIZZAZIONE E L'ATTIVITA'

 

a) l'espansione territoriale, il regolamento interno: Crisalide, è noto, nasce a Genova ed è Onlus registrata presso la Regione Liguria. Per essere una “Associazione di promozione sociale”  nazionale è necessario, secondo quanto disposto dalla legge 383 del 7/12/2000, in vigore dall'11/01/2001 art. 2 che recita: “Per associazioni di promozione sociale a carattere nazionale si intendono quelle che svolgono attivita' in almeno cinque regioni ed in almeno venti province del territorio nazionale.”

Un obbiettivo che potremmo essere sia vicini sia lontani dal “raggiungere” a seconda di cosa si intenda per “svolgere attività”.  Se, per logica, si intende avere almeno quelli che noi chiamiamo “referenti attivi” l'obbiettivo delle cinque regioni sia già raggiunto. Siamo invece ancora lontani dall'essere presenti in venti province.

Ciononostante Crisalide AzioneTrans, che nasce come un circolo locale Arcitrans, in questi anni ha fatto davvero molta strada – tenuto conto dell'esiguità della popolazione transessuale e transgender e delle difficoltà enormi che questa popolazione ha per “sopravvivere” in un sistema che la rifiuta e che pertanto è spesso poco incline all'impegno sociale.

Oggi abbiamo sedi regionali a Genova, a Milano, a Pescara. Referenti regionali nelle Marche, in Toscana, in Sicilia ed in Emilia Romagna.

Abbiamo gruppi di Auto Aiuto “nostri” (e anche queste sono attività) in tutte le regioni citate.

Quando i soci fondatori crearono “Crisalide” forse solo sognavano di poter un giorno dare vita ad una Associazione che coprisse con i suoi servizi e attività quasi mezza Italia.

Ciononostante la crescita quasi improvvisa dell'Associazione sta anche comportando dei problemi:

a)      lo Statuto, non è più adeguato alla nuova realtà

b)      il bilancio che fino ad ora si era basato fondamentalmente sul “tesseramento” diventa, con l'espansione territoriale sempre meno sufficiente a garantire le attività di formazione per i nostri volontari e responsabili, nonché le spese di gestione e quelle legate agli spostamenti e al lavoro degli attivisti. Il motivo di ciò è che la gestione delle attività politiche di una sede o anche di una “referenza” territoriale generalmente ha un costo superiore alle entrate che può garantire attraverso il semplice tesseramento. Un limite dell'attuale gestione di Crisalide è stato quello di non aver saputo “sfruttare” al meglio finanziamenti su progetti per rimpinguare una cassa che proprio in questo 2006 sta cominciando a dimostrarsi asfittica.

c)      Il coordinamento delle attività affinché Crisalide, pur nelle autonomie locali, dia l'immagine di un'unica associazione, dove “la mano destra sa cosa fa la mano sinistra” diventa più complesso e complicato. L'aver dato vita alla mailing list “Crisalide_ListaSoci” è stato un ottimo strumento di democrazia interna, ma fino ad ora è risultata insufficiente come strumento di coordinamento delle realtà locali e del nazionale. E' necessario pertanto immaginare forme più agili di comunicazione almeno tra i diversi livelli di “responsabilità” statutarie o previste dal Regolamento Interno per un agile coordinamento. Alcune idee uscite nell'ultimo Direttivo Nazionale non sono ancora operative (numeri di cellulare “aziendale” per una comunicazione a costi bassi, una lista aperta ai soli responsabili, referenti e volontari, una regolarità nelle comunicazioni fra strutture e diverse realtà locali)

d)      La necessità di un aumento del numero di volontari per portare avanti i sempre maggiori compiti che si presentano

 

Cionostante è rimarchevole ed anche motivo di orgoglio poter affermare, al di là dei limiti posti dalle leggi sul riconoscimento come associazione nazionale, poter dire che per la prima volta in Italia un'Associazione Transgender/Transessuale abbia decisamente varcato i limiti della singola territorialità, espandendosi dal nord ovest fino al centro Italia. Restano ancora “scoperte” intere aree del “Nord Est” e del “Sud” su cui, ovviamente dovremo cercare di iniziare a lavorare.

b) Prostituzione: per la prima volta Crisalide riesce a Milano ad ottenere finanziamenti (Fondazione CARIPLO) per attivare – in collaborazione con ALA – un corso di formazione per “Unità di Strada” specificatamente dedicato alla prostituzione transessuale ed in particolar modo a quella di strada prevalentemente extracomunitaria. E' il primo passo che Crisalide riesce a muovere all'interno della realtà “prostituzione”. Purtroppo tale attività per ora riesce ad essere svolta dalla sola sede milanese per il territorio lombardo.

c) Produzione Culturale e politica: Crisalide negli ultimi anni inizia ad essere attiva nel settore culturale con realizzazioni autonome o in collaborazione o ancora promosse da nostri soci a titolo individuale o di gruppo: in modo particolare segnaliamo due produzioni che stanno riscuotendo un ottimo successo in ambito teatrale e “documentaristico”.

Ci riferiamo allo spettacolo teatrale ideato, promosso, recitato e prodotto da Davide Tolu (autore e regista) e da Matteo Manetti (attore) “ One New Man Show” ed il documentario video “Crisalidi”, realizzato in collaborazione con ALA, dalla sede Lombarda di Crisalide.

Oltre queste due produzioni Crisalide ha realizzato molti testi di “saggistica” su temi sociologici, storici, culturali (translesbismo, transfemminismo, genderismo, ecc.) e politici che meriterebbero di essere raccolti e pubblicati anche in formato libro per l'innovazione che portano nei contenuti.

Lo stesso “Manifesto AzioneTrans” che resta un testo (da rivedere in alcune parti) di cui non esiste analogo in Italia, meriterebbe una migliore riproduzione in formato cartaceo.

In collaborazione con C.G.I.L. Nazionale – Settore Nuovi Diritti e con CERSGOSIG – Informagay, Crisalide ha inoltre prodotto l'unico documento sindacale sui diritti delle persone transgender sul posto di lavoro con il pamphlet  Transessualismo e Lavoro”.

Infine si segnalano anche i primi tentativi di una “poesia transgender” pubblicati anche su riviste on line quali “Fuorispazio.net”

d) Centro Documentazione Crisalide: grazie ad un'attenzione capillare verso tutto quanto è stato pubblicato e prodotto sul transgenderismo e sul transessualismo, Crisalide ha attivato il Centro Documentazione Crisalide, un importante archivio di documentazione sotto forma di libri, dvd, riviste che costituisce uno dei più aggiornati ed estesi punti di riferimento su quanto prodotto nella scienza, nell'arte, nella cultura e nella politica sulle tematiche trans. Il Centro Documentazione Crisalide (CDC) è presente nelle tre sedi di Crisalide: nazionale (Genova) Milano e Pescara.

e) Crisalide e la scuola: grazie all'intercessione del C.I.G. Arcigay Milano, Crisalide è anche entrata nelle scuole per la prima volta nel 2005, grazie alle attività del Movimento Studentesco, per raccontare la specificità del percorso trans. Questo tipo di intervento dovrà trovare continuità anche attraverso una maggiore comunicazione e collaborazione con il “movimento studentesco”

f) una “unofficial” “agenzia stampa”: Attraverso la ricerca su internet di testi non tradotti in Italiano, Crisalide ha provveduto a diffondere notizie di ogni genere in Italia. Notizie di aggiornamento scientifico, di attualità (vedi il caso della strada di New York intestata a Sylvia Rivera, altrimenti passata totalmente inosservata) di antropologia, di sociologia.

g) il sito internet:  con circa 500 pagine, il sito www.crisalide-azionetrans.it rappresenta oggi la più ampia e aggiornata “biblioteca on line” sul tema transgender in lingua italiana.

Il nostro sito è costantemente utilizzato come fonte di materiale sul tema per tesi universitarie, libri, pubblicazioni, siti internet ed è regolarmente consultato da studi legali e studiosi universitari anche per tematiche mediche che vengono da noi tradotte e che contengono le più recenti novità sullo studio dell'origine della transessualità. Il sito, pur viaggiando ormai verso i 200 contatti giornalieri, dovrà presto aggiornarsi nella sua veste per diventare un vero e proprio portale interattivo. Sarebbe auspicabile anche una versione inglese e spagnola, pur ridotta, del sito;

h) Transgender Day of Remembrance; Crisalide ha importato in Italia dagli USA l'evento di commemorazione delle persone transgender assassinate per odio o pregiudizio, rendendolo in pochi anni un evento nazionale a cui partecipano sempre più associazioni GLBT. Evento che precede di anni la giornata europea contro l'omofobia;

i) Progetto EMDGS: Crisalide ha assunto un ruolo fondamentale all'interno del “progetto europeo EMDGS che vedeva come partner Le Università di Sheffield (UK) e Goteborg (Svezia) e la CGIL di Genova. Oggi presso la CGIL genovese, vengono già tenuti i primi corsi formativi per la comprensione delle “diversità” dove Matteo Manetti è docente per quanto attiene il tema della “discriminazione” verso le persone transgender. Corso rivolto sia ai datori di lavoro, sia alle facoltà universitarie che produrranno il nuovo “management” delle Aziende.

j) Recupero dalle Carceri: nazionale e sede di Genova hanno trattato un caso di uscita dal carcere in sconto di pena per una transessuale extracomunitaria, in collaborazione con la Comunità di San Benedetto. Per la prima volta quindi Crisalide è diventato soggetto di "garanzia" di fronte alla direzione di un Carcere e del Giudice di Sorveglianza. I risultati di questo recupero sono stati ottimi e Crisalide dovrebbe forse proporsi come soggetto attivo autorizzato ad entrare con una certa regolarità nelle carceri italiane dove siano detenute persone transessuali, sia al fine di garantirne la migliore qualità di vita possibile, sia la continuazione della transizione, sia eventuali piani di "pena alternativa" al Carcere stesso, quando possibile.

 

Questa presidenza non può che dichiararsi più che soddisfatta per il lavoro fatto in questi anni anche in considerazione del fatto che tutto ciò che abbiamo prodotto è stato realizzato da un vero e proprio “manipolo” di uomini e donne in totale regime di volontariato.

Ciononostante Crisalide dovrà presto affrontare altri problemi per poter continuare ad esistere e a migliorarsi.

 

5)      DALLA GESTIONE FAMIGLIARE ALLA REALTA' NAZIONALE: QUALE DEMOCRAZIA INTERNA?

Per i primi anni di vita Crisalide non ha avuto motivo di porsi problemi di “democrazia interna”. La “direzione” dell'Associazione era tutta nel territorio genovese e, anche se si iniziavano a raccogliere singole adesioni da altre parti d'Italia, non si poneva il problema di una “associaione a carattere nazionale” con una relativa scelta di forme di democrazia interna. Neppure l'attuale Statuto aiuta a discernere forme e modalità di coordinamento multiterritoriale. La gestione era fondamentalmente assembleare e le decisioni venivano prese all'interno di “Direttivi” facili da organizzare e realizzare, dato che i membri dello stesso abitavano a pochi chilometri l'uno dall'altro.

Con l'apertura della sede Lombardia e ancor di più con lo sviluppo verso il “Centro”, ovvero le referenze attive toscane, emiliane, marchigiane e la sede Abruzzese, il “territorio” di discussione non poteva certamente avvenire come prima. Sebbene con un certo ritardo, Crisalide dal 2005 si è dotata di un “Regolamento Interno” che cerca di disciplinare i rapporti fra le varie “cellule” dell'organizzazione tutta.

Il passaggio da realtà locale a quella nazionale ha posto un problema che ancora oggi Crisalide non ha discusso in profondità: “quale democrazia” scegliere? Verticale? Orizzontale? A maggioranza? A consenso?

In ognuna di queste forme esistono pro e contro. L'organizzazione verticale consente molta velocità nell'agire ma a danno della discussione interna rispetto alle scelte operate dal Direttivo o dalla Presidenza. In questo quadro il Direttivo Nazionale, ma ancora di più la “presidenza nazionale”, quando il Direttivo ha iniziato ad essere formato da persone provenienti da più territori, assume di fatto poteri quasi assoluti sui quali solo a posteriori il resto dell'Associazione può intervenire e valutare e comunque a scapito di una crescita interna all'abitudine a discutere politicamente le scelte dell'Associazione.

L'organizzazione “orizzontale”, ovvero dove decide sempre e comunque l'assemblea dei soci, è democraticamente la via più “pura” ma paralizzerebbe l'associazione anche per mesi prima di riuscire a far esprimere prima e raggiungere una posizione poi.

Se poi a questo si aggiunge l'ipotesi alternativa di democrazia a “maggioranza” o a “ricerca del consenso” la questione si complica ancora di più.

Ad oggi, ma fondamentalmente su iniziativa della presidenza, si è cercato di lavorare attraverso gli strumenti statutari (di democrazia rappresentativa) con alcuni correttivi quali la “Lista Soci”, che, diversamente da altre Associazioni, ha avuto almeno in alcune circostanze determinazione nella scelta di una posizione piuttosto che un'altra dell'Associazione tutta.

I problemi della lista soci sono però risultati molteplici:

a) è meramente consultiva? Quando può diventare organo decisionale? Su iniziativa di chi?

b) si basa sul concetto tipico della democrazia orizzontale secondo cui, tutti possono partecipare alla decisione, purché “partecipino”?

c) basta raggiungere una “maggioranza” in caso di diverse opinioni o bisogna cercare di trovare una posizione comune che possa essere accettabile per tutte le posizioni espresse?

Non mi sembra il caso fornire risposte a tutte queste ipotesi se non aggiungere la personale opinione che Crisalide ha il dovere di reagire velocemente a tutte le questioni di “cronaca” o di politica nelle quali l'”agenda” è dettata da fattori esterni, mentre può concedersi una elaborazione più orizzontale e “a formazione di consenso ” per le tematiche di fondo, le strategie di base dell'Associazione.

Sempre a parere di questa presidenza uscente, si pone come necessaria la istituzione di una “commissione Statuto” per presentare alla prossima Assemblea Nazionale, uno Statuto più adeguato alle dimensioni attuali dell'Associazione.     

 

6)      LO SCENARIO POLITICO 2006

Questo documento è scritto prima dello svolgimento delle importanti elezioni di Aprile, mentre l'Assemblea Nazionale si terrà in maggio. Descrivere ora uno scenario politico che potrebbe radicalmente cambiare rappresenta una perdita di tempo.

Crisalide ha comunque deciso di svolgere un ruolo attivo nella “campagna elettorale” secondo quanto descritto nell'allegato comunicato stampa del Direttivo Nazionale dell'Associazione.

 

7)      IL FUTURO CHE VERRA'

Per la prima volta Crisalide si appresta a rinnovare la Direzione dell'Associazione, eleggendo il nuovo Direttivo Nazionale e la nuova Presidenza Nazionale.

Delle persone che sono o sono state nel vecchio Direttivo hanno già dato indisponibilità per una eventuale rielezione:

1)      Davide Tolu

2)      Mirella Izzo

Inoltre Matteo Manetti ha espresso il desiderio di essere rieletto solo qualora non si raggiungesse il quorum dei consiglieri o l'Assemblea Nazionale ritenesse assolutamente necessario mantenere all'interno del nuovo “Direttivo” un consigliere “anziano”, un socio fondatore.

 

Come minimo quindi i 2/5 (o 2/7) del Direttivo Nazionale sarà rinnovato e vi sarà una nuova Presidenza Nazionale. Un cambiamento che potrebbe spaventare ma che è assolutamente normale e naturale in una vera associazione democratica come è Crisalide.

Al contrario di altre onlus, che si identificano con il loro fondatore, i soci fondatori di Crisalide hanno speso molte delle loro energie a far sì che vi potesse essere una transizione il più indolore possibile, al momento in cui ci fosse stato il rinnovo delle cariche.

Peraltro le esperienze maturate nelle gestioni delle Sedi locali o nelle referenze locali hanno fatto crescere una possibile nuova classe dirigente, così come altrettanto può essere avvenuto attraverso la presenza e rappresentanza dell'Associazione tutta ad incontri importanti nazionali ed internazionali.

L'attuale Direttivo, pur con alcuni cambiamenti interni dovuti ad abbandoni, è in carica da ben due mandati ed il secondo mandato, per motivi organizzativi è durato un anno in più del previsto. Sebbene non vi siano norme statutarie che stabiliscano un massimo di volte in cui una persona possa essere rieletta, è segno di sana e buona gestione  rinnovare le cariche e le persone.

Chiari e netti i vantaggi:

  • Nuove capacità inespresse possono crescere e svilupparsi
  • Nuove idee possono farsi strada

 

Inoltre, per senso di responsabilità,  i soci fondatori di Crisalide e altre personalità che hanno segnato lo sviluppo dell'Associazione, hanno tutte garantito un sostegno (qualora richiesto) al nuovo Direttivo, per tutte quelle azioni iniziate e non ancora portate a termine dal precedente Direttivo o Presidenza nazionale.

Il futuro che verrà sarà quindi una Crisalide rinnovata, pronta a spiccare nuovi voli senza perdere il contatto con le sue fondamenta.

Proprio perché questa presidenza è dimissionaria e non intende ricandidarsi per nessuna responsabilità/carica associativa, questo documento sarà mancante di proposte operative per il futuro. Tali proposte eventualmente saranno presentate sotto forma di “mozione” a titolo personale.

 

Genova 3 marzo- 06 aprile 2006

 

Mirella Izzo

presidenza nazionale