Crisalide AzioneTrans onlus
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COMUNICATO STAMPA

E’ trattamento psicologico coatto quello che viene imposto alle persone trans per potere iniziare il percorso di adeguamento?

E’ la domanda che Crisalide AzioneTrans ha posto in data 18 u.s. alla Ministra Livia Turco, alle Associazioni dei medici psichiatri, endocrinologi, andrologi, all’ordine degli Psicologi, al Tribunale del Malato, all’Ente mondiale che propone standard diagnostici e di cura internazionali e, infine, all’Onig, Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere, che ha coniato standard italiani sostanzialmente difformi da quelli mondiali, attraverso una lettera-dossier inviata via email e che sarà seguita da invio per raccomandata.

Crisalide pone domande precise e chiede risposte adeguate sugli standard italiani:

  • se sia corretto che una diagnosi considerata (nostro malgrado) medico psichiatrica, sia eseguita da psicoterapeuti;
  • se sia corretto che dalla diagnosi all’inizio della terapia curativa – unica patologia al mondo –– debbano obbligatoriamente passare almeno sei mesi di psicoterapia obbligatoria per accedere alle fasi successive quali la terapia ormonale sostitutiva;
  • se questo atto non costituisca una forma di azione psicologica coatta;
  • se una psicoterapia vincolata strettamente al futuro di una persona, non stimoli e determini vere e proprie distorsioni biografiche, pur di accondiscendere alle aspettative dello psicoterapeuta, al fine di accedere alla terapia ormonale sostitutiva.

Crisalide chiede se non si prefiguri il rischio di abuso della professione medica nella fase diagnostica del disturbo, affidata alla psicoterapia e si domanda se la stessa,  protratta indefinitamente nel tempo (e a carico del SSN), non sia un aggravio di spese inutile per il SSN. Se questi costi non sarebbe meglio utilizzarli per altri passaggi del percorso di transizione, oggi a totale carico della persona.

Si chiede come sia possibile che per trattamenti come quelli chemioterapici o antivirali o di pari gravità non sia richiesto un periodo di psicoterapia obbligatoria preventivo e ciò avvenga solo ed esclusivamente per il Disturbo dell’Identità di Genere.

Chiede quanto sia scientificamente corretta la dichiarazione ONIG di necessità della psicoterapia obbligatoria preventiva alla terapia ormonale, motivata dal fatto che essa produrrebbe effetti irreversibili, quando ci risulta che essi non intervengono se non dopo almeno sei mesi di trattamento.


Chiede perché questo debba accadere in Italia mentre i protocolli della Associazione Mondiale dei Professionisti per la Salute delle Persone Transgender (World Professional Association for Transgender Health), prima struttura al mondo ad occuparsi di transessualismo, già dal 1999 abbia abolito la psicoterapia obbligatoria negli adulti perché considerata inutile se non addirittura controproducente.

Chiede alla comunità medica nazionale di interrogarsi e rispondere a queste domande perché a prescindere dall’inquadramento nosologico della condizione trans (oggi in discussione a seguito di recenti studi neurocerebrali, endocrinologici e genetici), esiste il diritto alla cura in tempi rapidi, dopo la diagnosi, al fine di alleviare la sofferenza della persona; perché sopra ogni cosa, esistono elementari diritti universali che ci paiono seriamente lesi dai protocolli Onig.

Crisalide non intende restare a lungo senza risposte chiare ed esaurienti ed intende avviare un dibattito su questi discussi protocolli.

Genova, 19 luglio 2007

Per Crisalide AzioneTrans Onlus

Mirella Izzo – presidente onoraria – vicepresidente nazionale

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