"Il valore del vostro contributo"

di
Federica Pezzoli
 

Car* amici,
dal 18 febbraio 2007 Crisalide-azionetrans, associazione da anni impegnata per l’affermazione del diritto all’identità personale di quanti si riconoscono T* e intersessuati, offre gratuitamente ai propri iscritti/e e simpatizzanti/e un servizio di consulenza legale gratuito on-line. L’obiettivo vuole essere quello di fornire alle persone T* o intersessuati elementi giuridici utili, anche se di carattere generale, per un corretta, ed aggiungo dovuta, integrazione sociale.
La finalità è il riconoscimento dei propri diritti di persona/cittadin*.
Spesso siamo testimoni d'ingiustizie a danno delle persone T* e intersessuati, vediamo calpestati dei principi basilari quali: la dignità della persona, l'uguaglianza ed il diritto di esistere. Principi consacrati nella nostra "Carta Costituzionale":

[Art. 3, -"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. II -“ E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"], ... "per essere sacrificati al nulla".

Il diritto, il rovescio. La legge, la giustizia. Il vero, il falso. Il bianco, il nero. Il "rosa", il "celeste". etc. etc. Opposti che come due facce di una stessa medaglia ci seguono lungo il percorso esistenziale. Dove arriva uno, inizia l'altro. Come il sogno di un'ombra è diventare uomo, così sogno di una legge è che sia conforme a giustizia ... e dove manca una norma nonostante sia reclamata, l'individuo diventa ancor più vittima di soprusi.

L'uomo attraverso le leggi tende verso la giustizia, verso la perfezione del suo vivere nella società. Attraverso la “norma” un pensiero di vita giusta viene consacrato come progetto teso all'eliminazione di una "disparità". Progetto sempre lineare ma spesso osteggiato, forse anche più gravemente disconosciuto, dall'egoismo dell'assolutezza del singolo. Proprio nei microcosmi familiari ed amicali, come nelle piccole realtà cittadine o di quartiere, non meno nel luogo di lavoro, vediamo attuarsi la violazione dei principi di convivenza sociale e rispetto per l'altro ... del "diverso da se". Violenze non sempre fisiche, ma soprattutto psicologiche attuate verso il soggetto "debole". Sono le ultime, le violenze psicologiche, a trovare meno tutela perché marcatamente velate e, passatemi il termine, "vigliacche". Parlo di mobbing lavorativo come anche familiare; ed ancora perdurano quei comportamenti umani volti a sottrarsi al dovuto rispetto dei principi cardini del nostro ordinamento. Sul punto invito tutti a leggere la nostra Costituzione dove è reperibile tutto il corredo necessario per un corretto vivere sociale.

La mia esperienza personale mi ha fatto toccare con mano come, nel percorso di cambiamento di genere, sia stato per me arduo trovare risposte circostanziate in merito ai miei diritti di persona in transizione, meno per i doveri. Lunghe ricerche in biblioteche giuridiche. Poche sentenze pubblicate e commentate sulle riviste specializzate nonostante l'importanza dell'argomento. La percezione è stata quella di una silente volontà di tenere celata questa materia. Forse una materia giuridica "innominabile" che non merita di essere discussa e trattata; mentre, com’è noto, altri temi giuridici hanno il privilegio di trovare facile ingresso in numerosi congressi ... e non solo in quelle sedi.

La questione concernente le persone T* e intersessati trova spazi marginali e discutibili per le argomentazioni poste in rilievo. Un ostracismo sociale immotivato. Sarà che non vale la pena di parlarne? ... e quando capita di parlarne viene adottato un lessico velatamente discriminatorio oltreché provinciale, ricco di stereotipi, che dipingono le suddette persone vestite di paillette e con un casco di banane in testa.  Un "essere indegno", da porre al margine del vissuto collettivo. Un "essere inqualificabile" che, come nelle favole, vive solo di "notte" e può uscire all'esterno solo alla presenza della "luna piena". Una "essere notturno" e non "diurno" ... forse un "alieno" o una persona da temere perché "infetta"? Oppure un marchingegno meccanico, con sembianze umane, per pratiche al margine della promiscuità sessuale come dispensatore orgastico?

Ma, così non è. Strano ... ma è d'obbligo ripeterlo ... "così non è" e "non deve essere ... neppure pensato".

Se fosse ... ci troveremmo davanti ad una evidente "ingiustizia".

Come mai si verifica nella realtà di tutti i giorni che le persone T* debbano scontare la loro "pena" di esistere venendo socialmente esiliate. Quale è il delitto che gli viene ascritto per meritare cotanta gogna? Ricordo che stiamo parlando di persone/cittadin*, che non trovano, per esempio, con facilità un lavoro, perché ritenute "diverse" oltreché limiti ad un corretto, ed aggiungo dovuto, inserimento sociale ... e non solo, si vedono rifiutare dalla propria famiglia d’origine perché "indegne", “non qualificanti” ... e le più fortunate .... vengono anche "mobbizzate" sul posto di lavoro etc. etc..

E si ritorna indietro ad una società di tipo medioevale rispetto all'evoluzione sociale e culturale voluta ed ampiamente tratteggiata nella nostra carta costituzionale e non solo anche nella "Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali", resa esecutiva con la legge 4 agosto del 1955 n. 848 (G..U. n. 221, del 24 settembre 1955), dove nell’art. 14 si parla di “Divieto di discriminazione” ["Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza distinzione di alcuna specie, come di sesso, di razza, di colore, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di appartenenza a una minoranza nazionale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione"]. Sarà forse una sordità intellettuale? Non scordiamolo che stiamo parlando di una realtà che interessa molte persone su tutto il territorio nazionale ed i loro familiari. Una materia "difficile" che merita tutto il dovuto "rispetto". Rispetto per chi soffre. Rispetto per chi vuole realizzarsi in questa vita e crede che " ... ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ..." (Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo [Art.1 – “Tutti gli essere umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”; Art. 2, 1° comma – “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di ordine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita e di altra condizione”].

Rispetto per chi giustamente non vuole essere discriminato, mobbizzato, esiliato, annientato dall'ipocrisia di chi non vuole riconoscere, in violazione dei più elementari principi costituzionali, le possibili diversità dell'altro suo simile. Rispetto per chi crede nei valori di " ... pari dignità sociale e uguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" (articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana ). Rispetto per chi vuole risolvere la discrepanza insita nella sua natura tra sesso biologico e psico-sessualità. Rispetto per chi desidera vivere bene con se stess* . Rispetto per chi coerentemente da "crisalide" desidera fortemente completare la sua metamorfosi uscendo dal guscio nel quale è imprigionato ... per librarsi nell'aria e vivere in modo autentico, senza infingimenti.

Non ditemi che è pura utopia!

La rubrica “Crisalide&Diritti” la penso come ad un "cantiere aperto". Aperto alle domande, a nuovi argomenti, ma sopratutto al dibattito costruttivo. Potrà sembrare presuntuoso, ma lo scopo è quello di facilitare la comprensione dell'argomento sia a chi vive in prima persona sulla propria pelle l'esperienza “drammatica” dell’essere T* e intersessato, ai loro familiari, ma anche a tutti coloro che desiderano "capire" per migliorare le loro relazioni sociali volendo con ciò uscire da un isolamento esistenziale ceco e sordo. Saranno raccolte le vostre esperienze di persone, ovviamente nel rispetto dell'anonimato. Perché solo grazie al vostro personale contributo, alle vostre testimonianze e domande, si potrà materializzare questo progetto la cui assenza alimenta solo incertezze sul proprio futuro di persona/cittadin*, oltreché dubbi sui propri diritti e doveri, ritardando non poco la realizzazione di un disegno di vita sentito nel profondo del proprio intimo come l'unico possibile; aumentando i dubbi legati alla mancanza di una quanto più completa e autentica informazione sugl’aspetti giuridici che interessano tutt* noi.. Resto fiduciosamente in attesa di cominciare insieme a tutt* voi questo lavoro.

Cordialmente.  

Federica Pezzoli                                                   
avvocato    
Roma 16 febbraio 2007