MIRELLA IZZO COLLABORA CON LA CONSIGLIERA REGIONALE
CRISTINA MORELLI PER LA PARTE "TRANS" DEL PDL REGIONALE
LIGURIA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI.

IL PROGETTO DI LEGGE PREVEDE ANCHE LE SPESE MEDICO-
CHIRURGICHE NECESSARIE ALLA TRANSIZIONE A CARICO DEL SSN

La proposta di legge regionale si intitola: Norme contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere, e porta come prima firma Cristina Morelli e come seconda Carlo Vasconi del gruppo consiliare dei Verdi della Regione Liguria.

Il testo non è ancora pubblico anche perché, da qualche giorno sto collaborando con Cristina per "aggiustare" una proposta che comunque era già avanzata e buona. Piccoli dettagli, le mie proposte (per ora tutte accettate dalla prima firmataria), che semplicemente si muovono per rendere il progetto il più "blindato" possibile da possibili (anzi certi) attacchi da parte dell'opposizione in Regione.
Riferimenti alle indicazioni, anzi ai dettami della UE, aiutano a far capire alla politica nostrana - che probabilmente neppure sa che quando parlano di transgender e transessuali, parlano di persone che lo stesso Stato considera "malate" e a cui dovrebbe essere dato il massimo rispetto. La Salute è primo fra i dati sensibili di una persona... e invece asssisteremo alle solite barbare parole che politici con il senso dell'impunità usano normalmente quando parlano di noi.

Inoltre, nel progetto, di "Crisalide" c'è la solita massima attenzione a far sì che i diritti da acquisire non diventino privilegi o non consentano abusi.
Proveremo, nei limiti del possibile, di rendere impraticabili i finanziamenti a pioggia a consultori gestiti da Associazioni i cui bilanci sono spesso molto difficilmente interpretabili. La legge non dovrebbe permettere, per come è scritta, nuovi ghetti come i consultori di Bologna e della Versilia, dove le persone transgender vengono "curate" (male per forza di cose rispetto a come potrebbero esserlo in un Ospedale o Centro Universitario).
Dico "male" a ragion veduta e a prescindere dalla qualità dei medici che vi operano. Il punto è che la terapia ormonale sostitutiva per persone trans, è una terapia "importante", con possibili conseguenze ed effetti collaterali che possono riguardare tutti i "distretti" del corpo.
In un Ospedale, se ce ne è bisogno, è "un attimo" ottenere la consulenza di un gastroenterologo (fegato, calcolosi alla colecisti), di un ematologo (coagulazione del sangue), ecc. ecc. Stessa cosa è impraticabile in un consultorio privato.

Punteremo sulle nostre eccellenze. In Liguria, a Genova, il DISEM si è distinto in questi anni, fra tutti i Centri italiani - pubblci e privati - per l'attenzione esterma alla salute e contemporaneamente al diritto del "paziente" di avere in tempi decenti una diagnosi e la cura. Inoltre gestisce - almeno in parte - le visite - spesso lunghe - in regime di Day Hospital e quindi gratuitamente.
Già abbiamo provveduto a mettere in contatto propositori del progetto con la struttura sanitaria. Il nostro modo di operare è sempre lo stesso: ad ognuno le sue competenze e responsabilità. Crisalide mette a disposizione della Morelli le sue conoscenze e il suo "know how" perché la legge sia la più giusta ed equilibrata possibile. Speriamo in un inserimento di una Commissione di controllo proprio sulle spese: specie quelle chirurgiche. Giusto "passare" un seno a chi non l'ha avuto dagli ormoni; giusti quegli interventi al viso che aggiusino quei tratti somatici che tradiscono le origini genetiche della persona; ingiusto sarebbe invece consentire alle trans e solo a loro, di farsi una ottava di seno quando gli ormoni l'hanno provvista già di una quarta o l'obbligo del nasino alla francese. Desidererei che questa commissione (pagata al massimo a gettone) potesse controllare queste spese e avesse il potere di chiedere il rimborso per chi abusasse del giusto diritto alla chirurgia che per noi è (ri)costruttiva e non estetica, in quanto deve non farci più belle ma più donne. Non cito gli FtM perché loro raramente hanno bisogno di chirurgie successive a quelle dei genitali e ovaie. Ma anche per loro un "penoide" dovrà avere i "testicoli" e la funzionalità erettile non a pagamento. Non si passa gratis solo un "salamino": questa è truffa ai danni della persona trans che serve solo a tranquillizzare chi vuol vedere per forza qualcosa che penzola fra le gambe di un uomo. Che ci sia, ma che sia un penoide finito.
Vorremmo cessassero questi abusi nei quali il SSN ti passa "l'operazione" ma poi ti fa pagare "il tutore" per le neovagine o i testicoli per i neopeni, ecc. ecc.

Contemporaneamente vorremmo una legge che non portasse ad operarsi anche chi non lo desidera più che ardentemente. Solo una legge che consentisse documenti adeguati a prescindere da interventi chirurgici potrebbe raggiungere lo scopo. Speriamo di convincere anche i Governi nazionali se vogliono risparmiare tanti soldi nella sanità. Assurdo "non consentire le esigue spese per le terapie ormonali e poi pretendere l'intervento più costoso (sui genitali) per dare documenti adeguati alla persona! Si risparmia sull'essenziale e si buttano via soldi per mere ragioni moralistiche.

A occhio posso quantificare in un 30% le persone trans che si operano ai genitali (sempre a carico del SSN) solo per i documenti. Pensate che risparmio con la Sanità!

Invece dobbiamo stare attente (Cristina in primis) a far capire che le spese ormonali ed anche chirurgiche secondarie (se controllate) incideranno di pochissimo rispetto a quello che lo Stato obbliga se stesso a spendere per le rettificazioni genitali "obbligatorie" (se vuoi i documenti e quindi una vita "normale").

In ogni caso una Regione non può modificare leggi anagrafiche e quindi quel discorso è ancora una volta rimandato.

Importante comunque che la Liguria si allinei all'Emilia Romagna, al Lazio, alla Toscana con leggi (alcuni dei citati sono solo accordi) che includano la "Disforia di Genere" fra le "patologie" a carico del SSN.

Ci si chiederà: ma noi non rifiutiamo l'inquadramento della nostra condizione come malattia? No. Non Crisalide almeno. Noi ci battiamo per la depsichiatrizzazione della nostra condizione ma non possiamo escluderci totalmente dalla "patologia" (sofferenza) se abbiamo bisogno di farmaci e chirurgia. Sbagliata è la psichiatrizzazione ma le battaglie si portano avanti una alla volta. In Italia poi, di questi tempi, è già un miracolo parlare di diritti per le persone transgender.

Certo la "legge" non c'è ancora e dovrà passare attraverso strettoie "romane" perché la Regione Liguria ha "sforato" il budget per la Salute (meglio sforarlo nella salute che per i palazzinari). Compito di Cristina è stato quello di scrivere una buona legge. Il mio di aiutarla a far sì che non sia facilmente attaccabile da chi non la vuole/vorrebbe.

Insieme - ce lo siamo dette stasera via sms - stiamo lavorando bene... e questo è già un piacere. Lo scopo è avere la legge, ovviamente.

Infine, per giusta informazione, ricordo che il progetto non riguarda solo le persone transgender e le cure mediche, ma è una proposta anti discriminazione anche per gay e lesbiche. Certo, quello che ci riguarda, è il passaggio più delicato perché ha dei costi (seppur irrisori e volutamente montati dall'opposizione in Regione) e dobbiamo anche vigilare perché alcune Ass.ni gay e lesbiche non siano disponibili a sacrificarci pur di avere una legge antidiscriminazione. Lo dico esclusivamente in termini astratti perché fino ad oggi le Ass.ni gay e lesbiche liguri si sono allineate alla proposta Morelli, senza indugio. Parlo di Arcigay e ArciLesbica.
Noi vogliamo una legge giusta, senza finanziamenti a pioggia, e che preveda le cure nelle strutture sanitarie. Ben vengano ovviamente tutti gli altri tipi di consultori gestiti anche dalle Ass.ni... ma non la medicina, grazie!
Vi terrò informati e ringrazio pubblicamente Cristina Morelli per l'impegno profuso e l'estrema disponibilità offerta (anche di domenica) in questi pochi giorni di lavoro comune.

Genova

Mirella Izzo
Presidente

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