LA STORIA DI NATALE MOREA - L'EROE "SENZACASA" CHE HA SALVATO LA VITA AD UN GRUPPO DI DONNE TRE GIORNI PRIMA DI NATALE - OMOSESSUALE E TRAVESTITO.

La comunità omosessuale italiana ha a lungo ringraziato il presidente della Repubblica Ciampi per aver insignito il "senzatetto" Natale Morea della medaglia d'oro al valor civile.
Natale è infatti omosessuale. Quello che si è saputo meno è che fosse anche Travestito (si con la "t" maiuscola). Non ci uniamo al coro di ringraziamenti perché travestiti e transessuali quasi mai hanno l'occasione di dimostrare pienamente il proprio valore a causa della forte emarginazione sociale che subiscono.
Né vanno sui giornali le decine e decine di transessuali che lavorano con gli anziani, i diversamente abili, i bambini e in altre forme di lavoro (e/o volontariato) sociale perché quasi sempre la loro condizione di transessualità deve essere tenuta nascosta per non perdere il "posto". Noi lo sappiamo - e spesso dobbiamo tacere - quanta carica di umanità alberga nel cuore di molti e molte transessuali.
E non è un caso che anche nei resoconti giornalistici (anche quelli dell'area "gay!) della storia di Natale Morea il fatto che fosse travestito sia passato di gran lunga in secondo piano rispetto al fatto di essere gay.
Di seguito un resoconto che rende merito alla sua figura.
Viene ovviamente dall'inghilterra e non dall'Italia.
E' il resoconto di John Hooper, giornalista del Guardian ©
Tutti i diritti riservati al Guardian ed all'autore dell'articolo.

Martedì 23 dicembre 2003

Questa è una storia di Natale. Infatti proprio il nome del suo principale attore è Natale. Ma questa è una storia di Natale con una differenza.

Il suo eroe è un uomo il cui nome è proprio Natale, come la festività.

Nelle parole di suo nipote, Angelo, Natale Morea è "un eccentrico: un omosessuale e travestito". E' nato esattamente 57 anni fa in un paese vicio Taranto, nel tallone dell'Italia e nascere omosessuale, travestito, in paese del sud Italia socialmente povero e conservatore, significa iniziare la vita sopportando da subito una croce pesante.

Non appena fu in grado di raccogliere i soldi, nel 1977, emigrò verso il nord più tollerante, verso Milano, dove trovò un lavoro lavorando in un'industria di bijotteria.

Poi, un giorno, l'industria chiuse, Natale Morea fu licenziato" e, sette anni fa, riluttante tornò al suo villaggio nativo.

Le cose andarono un poco meglio. Angelo Morela ha dichiarato al Corriere della Sera, di ricordare di aver visto suo zio scoppiare a piangere un giorno.

"Sarebbe stato meglio nascere mutilato piuttosto che gay" gli disse.

Natale Morea aprì un'attività per conto proprio, una sala giochi, ma gli affari non andarono bene ed accumulò dei debiti prima di lasciare il suo paese natìo per la seconda volta.

Scelse Roma dove, piano piano, la sua vita divenne sempre più emarginata. Finì con il diventare un "senzacasa" nelle strade della capitale.

Agli inizi di questo mese, stava dormendo vicino le Piramidi di Caius Cestius, il mausoleo situato nelle mura della città, costruito per un abbiente magistrato Romano, quando acccadde un evento nel quale l'intera esistenza umana può prendere una svolta.

Erano le prime ore di una fredda mattina domenicale. Un gruppo di giovani donne aveva lasciato un vicino quartiere di bar e discoteche quando furono fermate da una banda di ragazzi. Non è ancora chiaro alla polizia se volessero derubarle o stuprarle.

In ogni caso, fu uno di quegli accidenti brutti e violenti in cui molti "rispettabili" membri del pubblico sarebbero scappati via con orrore e spaventati.

Non cos' Natale Morea. Mise se stesse tra le donne e i loro assalitori, consentendo alle prie di scappare, e pagò per il suo coraggio con un pestaggio così pesante da portarlo al coma.

In un attimo di decisione, Natale Morea - il "queer", il "travestito" - ha provato a se stesso di essere più "vero uomo" lui di tutti i suoi tanti persecutori, e, così facendo, è passato dall'essere un disadattato sociale ad un eroe nazionale.

Giacendo inconsciamente nel suo letto di ospedale, l'uomo chiamato Natale è inconsapevole che il suo nome è apparso sulle prime pagine di quasi tutti i giornali italiani sotto titoli che lo proclamavano "l'eroico barbone"; o che il presidente della sua regione d'origine aveva dichiarato che Natale Morea "ha dato a tutti una lezione di umanità".

Non sa che un paese del centro Italia ha votato affinché si provvedesse a dargli un modesto "mensile" per il resto della sua vita.

O che il sindaco di Roma, Walter Veltroni, lo sta visitando in ospedale alla vigilia di Natale, per lasciargli un regalo donato dalla sezione prorietà della compagnia elettrica della città: le chiavi di un appartamento nella periferia est della città.

Email
john.hooper@guardian.co.uk

© Guardian Newspapers Limited 2003

traduzione: Mirella Izzo