PONTEDERA

Intolleranza e brutte figure di una consigliere comunale.
Botta e risposta tra Aurora Rossi e Mirella Izzo
(da "Il Tirreno" cronaca di Pontedera del 28 aprile e 5 maggio 2002)

Il Tirreno, domenica 28 aprile 2002 - cronaca di Pontedera
Quella schiavitù
sulle nostre strade

Aurora Rossi

Castelfranco.
Nella relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva sulla tratta degli esseri umani risulta che soltanto in Europa occidentale ben 500.000 sono le donne avviate violentemente alla prostituzione da bande di criminali. In Italia sono più di 50.000 e di queste almeno un terzo sono minorenni. Il mercato del sesso mondiale assicura all'anno, secondo le stime dell'Interpol, un giro di affari che si aggira tra i 5 e i 7,5 miliardi di euro. Ogni «schiava» frutta all'anno tra i 250/300 milioni di lire: sono donne e bambine allo sbando.
Questa denuncia, la più autorevole possibile, è stata fatta meno di un anno fa dal Parlamento italiano. Un'analisi che fornisce una visione veritiera del fenomeno e rappresenta il primo vero atto di accusa per i ritardi, anche legislativi, rispetto al fenomeno della prostituzione.
Questo è un argomento importante, tremendo ma che troppo spesso, invece, viene trattato con superficialità, con visioni riduttive, con il dire che è il mestiere più antico del mondo, che occorre chiudere un occhio, che il mestiere c'è sempre stato e che non si toglierà mai.
Allora, anche i ladri e gli assassini ci sono sempre stati e non per questo si pensa di legalizzarli né sono leciti solo perché relegati in una parte della città. E poi, come dire dei bisogni fisiologici delle persone? E come parlare della libertà di poter usare il proprio corpo e farne cosa vogliamo? È lecito anche venderlo?
Io penso, invece, che bisogna partire dal riconoscimento della dignità delle persone e dalla vera libertà. Non ci può essere libertà umana nella vendita del proprio corpo, ma soltanto costrizione, schiavitù, degrado sociale e culturale, sfruttamento.
Occorre educare alla libertà, alla dignità e al rispetto dell'altro. Occorre essere severi con chi sfrutta e usa, e molto, molto severi con chi sfrutta e usa i minorenni. Le leggi ci sono, basta metterle in pratica: sfruttamento della prostituzione, atti osceni in luogo pubblico, intralcio al traffico, ecc.
Nell'ultima seduta del consiglio comunale di Castelfranco di Sotto, questo argomento è stato discusso a lungo, dato che nel nostro territorio il problema è assai esteso e con un'aggravante in più: riguarda gli uomini, i cosiddetti «viados».
Il problema di fondo è ancora più terribile perché vizio turpe, deviazione sessuale o quanto altro, anche se oggi, almeno a giudicare dall'affluenza, tanto di moda...
Come consigliere comunale, ho suggerito all'amministrazione comunale di chiedere alla Provincia di Pisa i divieti di sosta nelle strade dove si pratica la prostituzione e di chiudere con dei cartelli l'accesso alle strade laterali che portano al bosco, tranne per chi ne fa espressamente richiesta, al fine di cercare di rendere più difficili gli incontri con i clienti.
Ne ho ricavato un dibattito consiliare avvilente con un no secco da parte di tutti, tranne un astenuto, e con solo due pareri positivi da parte di due consiglieri della minoranza. Il sindaco Graziano Turini ha assicurato che però continuerà a far togliere lo sporco dalla strada, altrimenti - ha detto - ci sarà veramente il vero degrado. Lascio ai cittadini le conclusioni da trarre. Vorrei solo ricordare - e la storia ci insegna - che quando le civiltà perdono i valori morali, sono destinate lentamente a morire.
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Il Tirreno, domenica 5 maggio 2002
Quanti errori sui transessuali

Mirella Izzo (presidente Crisalide AzioneTrans Genova Ufficio nuovi diritti Cgil Genova)

Castelfranco.
Ho avuto modo di leggere la lettera della consigliere del Comune di Castelfranco Aurora Rossi sul Tirreno on line dello scorso 28 aprile. Nell'articolo, la Rossi sosteneva tra l'altro che il problema della prostituzione nel loro comune è tanto più esteso perché riguarda gli uomini, i cosiddetti "viados".
La Rossi continua sostenendo che "il problema di fondo è ancora più terribile (sic!) perché vizio turpe, deviazione sessuale o quanto altro, anche se oggi, almeno a giudicare dall'affluenza, tanto di moda.."
Vorrei far presente alla Rossi che: le transessuali, per quanto prostitute, non sono uomini, né tantomento "viados", la cui traduzione in lingua italiana è l'offensivo "traviato". La "moda" a cui fa riferimento la Rossi è un falso storico. Potrei umiliare questa presupponenza (ed annoiare i lettori) con un lunghissimo elenco di nomi che, nella storia di tutto il mondo, hanno rappresentato e rappresentano le persone transessuali e transgender.
Mi limito ad un solo nome per grandi aree geografiche e culturali: Europa, i Gallae Frigi della Roma Classica; Asia, le Hijiras indiane (che recentemente si sono presentate alle elezioni dello stato del Panshir con un proprio partito); America, Le Winkte dei Sioux (che godevano di grande considerazione per il loro saper essere "super partes" nelle questioni tra uomini e donne e che godevano di pieni diritti); Africa, Le Serrer (Pokotos, Kenia); Medio Oriente, le Xaniths (cultura islamica dell'Oman).
Questo "vizio turpe" è di moda praticamente da quando si conosce la civiltà umana e non è mai stato considerato tale fino a che le persone transessuali e transgender non hanno iniziato ad essere emarginate dalla società.
Inoltre - e terminando con le dovute verità inoppugnabili - comunico alla consigliera che le condizioni transessuali e transgender sono attualmente considerate dalla scienza medica come realtà esistenziali. Definirci "turpi viziose" potrebbe avere una rilevanza giuridica che prenderemo in considerazione.
Dopo queste essenziali informazioni, alla Rossi voglio comunicare soltanto un mio pensiero: il vizio turpe non è delle transessuali che battono, il vizio turpe è di una mentalità, di una società che impedisce ad una trans di trovare un lavoro.
Il moralismo bigotto di questa italietta sempre più provinciale vuole che alle transessuali non si dia lavoro e che le si condanni se si prostituiscono. Forse pensano che il posto giusto per noi dovrebbero essere quei "forni" in cui i nazisti ci hanno bruciate durante il loro allucinante regime (e noi transessuali andavamo direttamente nei "forni" perché considerate "irrecuperabili").
Consigliera, promuova corsi di avviamento al lavoro o li faccia promuovere dalla sua regione per le giovani transessuali. Creerà tante persone felici in più, meno mercimonio e più dignità per tutti.
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