SAN DONATO MILANESE: ASSASSINATA TRANSESSUALE PERUVIANA 35ENNE


Tratto da "Il Cittadino" del 1 novembre 2003 - all rights reserved
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articolo originale pubblicato alla pagina: http://www.ilcittadino.it/edicola/0111/Sud_Milano/SM01/c.asp

La vittima si chiamava Rider Orcero, è stato incaprettato con il cavo da tre metri della playstation ed è morto soffocato
Il peruviano forse ucciso da un amico
I carabinieri cercano un romeno nell'ambiente dei transessuali

La vittima conosceva il suo assassino, che lo ha finito con una tecnica da killer. Il 35enne peruviano ammazzato giovedì mattina in un bilocale al primo piano del palazzo al numero 28 di via Di Vittorio a San Donato si chiamava Rider Orcero ed era conosciuto come transessuale che si prostituiva di notte nei viali del Milanese. Ai carabinieri di San Donato, che subito hanno cominciato a interrogare tutte le persone che conoscevano la vittima per ricostruire il puzzle delle sue frequentazioni e amicizie, fino ieri sera mancava ancora un tassello fondamentale: un romeno che sarebbe stato "l'amico" del peruviano e che si è reso irreperibile.
I rilievi del nucleo investigazioni scientifiche di Milano hanno evidenziato che la vittima è morta per strangolamento, e che sul suo corpo c'era una sola ferita, in faccia: l'assassino, o gli assassini, gli hanno spaccato il naso con un oggetto, un bastone oppure un posacenere, non ancora ritrovati, e questo ha causato l'emorragia che ha insanguinato il pavimento della camera da letto. Poi, probabilmente tramortito dal fortissimo colpo in faccia, il peruviano è stato "incaprettato" con un cavo scart da videoregistratore lungo circa tre metri annodato alle caviglie, ripiegate sulla schiena, alle braccia e attorno al collo: quando i muscoli delle gambe non sono più riusciti a sopportare quella posizione innaturale, si sono rilassati e così il cappio alla gola si è stretto. Rider si è strangolato da solo. A cavallo del mezzogiorno i vicini attorno avevano sentito un rantolo, più tardi un rumore come di mobili spostati e quindi un grido di aiuto. Quando i vigili del fuoco e i carabinieri sono riusciti a entrare nell'appartamento, chiuso dall'esterno senza chiavi, il cadavere era ancora caldo. La rete del letto sembrava che gli fosse stata buttata sopra, e sotto il corpo, supino e con una strisciata di sangue vicino, c'era una consolle per videogiochi Playstation. L'agonia è stata lunga, ed è anche possibile che, quando il moribondo, che non è risultato essere stato imbavagliato in nessun modo, è riuscito a gridare aiuto, l'aggressore fosse già lontano.
Gli investigatori sono convinti che Rider si fidasse del suo assassino, probabilmente lo conosceva e il colpo in faccia che lo ha tramortito lo ha colto di sorpresa, dato che mancavano segni di lotta. Viveva qui da circa un mese e non era solito portarsi persone in casa, come invece sembra avessero fatto alcuni dei precedenti subaffittuari dell'infermiera africana che da tre anni vive nell'alloggio (di proprietà di un 50enne di Milano) e che era solita cedere una delle due stanze per dividere le spese. Dopo un pomeriggio di rilievi, nella stanza piena di scarpe da donna, la salma di Rider Orcero è stata trasferita nell'obitorio di piazza Gorini a Milano per l'autopsia disposta dal sostituto procuratore Maria Chiuri. In Italia con un passaporto, ma senza i visti o il permesso per soggiornare, il peruviano ha lasciato tracce negli schedari da circa tre anni, con due piccoli precedenti per furto. Niente, per ora, che possa spiegare un delitto che ha impressionato via Di Vittorio: una vicina, giovedì sera, pensando a quello che era successo nell'appartamento di fianco, è svenuta.

Carlo Catena