PUGNALATA AL CUORE, UCCISA TRANSEX A ROMA
Centocelle, la vittima, brasiliana, aveva smesso di prostituirsi per amore
martedì 25 novembre 2008 , di La Repubblica - Roma

di MASSIMO LUGLI e MARCO MOSCA

Parrucca bionda, trucco pesante e una macchia di sangue sul petto. Una sola stoccata, dritta al cuore, per "Roberta", un transessuale brasiliano ucciso la scorsa notte a via dei Ribes, Centocelle. Omicidio per rapina, raptus di un cliente o delitto passionale? I carabinieri del maggiore Domenico Sabatino, in questa primissima fase, non escludono alcuna pista e mantengono un silenzio impenetrabile. La vittima, almeno ufficialmente, non è stata identificata ma chi indaga sa benissimo chi era. E anche le sue colleghe di marciapiedi.

«Si chiamava Roberto Gavou, veniva dal San Paolo del Brasile, come me - racconta "Vanessa", uno degli appariscenti transex carioca che sfidano le multe e le operazioni antiprostituzione continuando a "battere" sulla Palmiro Togliatti - lavorava in strada da parecchio tempo ma, per sei mesi, non si era fatta vedere: si era messa assieme a un italiano, un tipo dolcissimo che le voleva molto bene. Qualche giorno fa però avevano litigato e lei era tornata in strada...».

Il cadavere è stato scoperto verso le 5, da un passante, a pochi metri di distanza dal luogo dove si consumò un altro fattaccio di nera: il suicidio di don Mario, il prede di Pomezia accusato di pedofilia che si impiccò in casa agli arresti domiciliari nell´agosto del 2006. "Roberta" era riversa in strada, con addosso una maglia nera, un paio di jeans (ormai quasi obbligatori al posto della minigonna nel tentativo di sfuggire alle retate di vigili, polizia e carabinieri) e stivali col tacco a spillo. Sulla parte sinistra del torace, una larga macchia di sangue ormai secco. Secondo un primo esame esterno del medico legale, il0 transessuale è stato colpito mentre si trovava in una macchina e, ferito a morte, è riuscito a trascinarsi per una quindicina di metri, lasciandosi dietro una lunga scia rossa, prima di stramazzare a terra. Niente borsetta, niente cellulare: una rapina finita nel sangue o un tentativo di depistare le indagini? Il transex potrebbe anche aver lasciato la borsa nell´auto di una persona che conosceva, forse un altro transessuale: le liti per questioni di soldi o di un posto dove lavorare sono frequenti e, spesso, violentissime. Oltre alla ferita mortale, Roberta aveva anche un´escoriazione alla testa, segno di una breve lotta prima della pugnalata che l´ha uccisa.

«Un episodio terribile, che ferisce tutta la nostra comunità - dice Fabrizio Marrazzo, presidente romano dell´Arcigay - siamo molto preoccupati del clima di intolleranza che coinvolge anche le persone transessuali». Il circolo culturale Mario Mieli rincara la dose parlando di una "vera e propria scia di sangue in una città sempre più ostile verso le diversità». «Basta gettare fango su Roma, non è una questione di ostilità ma di criminalità» replica Luigi Camilloni, presidente dell´osservatorio sociale e Samuele Piccolo (Pdl) si augura che il colpevole venga scoperto al più presto.

(torna alla pagina indice)