OMOSESSUALI E TRANSESSUALI A TORINO
Esperienze, modi di vita, percezione sociale
Torino 22 - 23 febbraio 2002
articolo di Davide Tolu

Il 22 e il 23 Febbraio si è svolto nel capoluogo piemontese il convegno "Omosessuali e Transessuali a Torino" che ha presentato e concluso l'omonima ricerca a cura di Alessandro Casiccia e Chiara Saraceno del Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Torino, ricerca commissionata su richiesta del Coordinamento Gay, Lesbiche, Transessuali torinese.
"Torino è il primo Comune in Italia ad aver istituito nel proprio organico una Divisione Servizi Educativi per le Politiche di Genere, dedicata alla tutela dalle discriminazioni basate su orientamento sessuale ed identità di genere; così come è stata la prima città di riferimento per omosessuali e lesbiche, in cui il movimento gay è nato ed ha preso forza", dice Gigi Malaroda, presidente del Circolo Maurice, e auspica che la stessa cosa accada in altre città.
Il rapporto della ricerca è stato presentato nel corso della prima giornata. Dai dati raccolti è emersa l'importanza di iniziative di monitoraggio e di difesa dai fenomeni di discriminazione anche in una città come Torino che presenta una situazione generalmente positiva rispetto ai contesti istituzionali quali lavoro e accesso ai servizi per quanto riguarda le persone omosessuali; mentre per le persone transessuali la situazione appare decisamente meno soddisfacente a causa dell'incertezza del loro status sessuale soprattutto a livello giuridico e burocratico.
La seconda giornata è stata quindi dedicata alle domande sulla situazione politica ed alle esperienze delle associazioni e delle organizzazioni.
Ha aperto la sezione "esperienze associative" Paola Dall'Orto, presidente dell'AGEDO, che ha presentato le iniziative per le scuole, mentre il video dell'associazione intitolato 'Nessuno uguale' è stato trasmesso durante l'intervallo.
Maria Gigliola Toniollo dell'Ufficio Nuovi Diritti, da anni impegnata nella lotta a omofobia e trasfobia, è intervenuta sul tema "Realizzarsi sul lavoro: un diritto di tutti".
Gianni Zardini, presidente del Circolo Pink di Verona, ha raccontato davanti ad un pubblico sbalordito la drammatica situazione venutasi a creare da qualche anno nella città veneta, con una Giunta di stampo palesemente fascista che pecca di ogni forma di pregiudizio e di razzismo.
Ha parlato poi l'onorevole Franco Grillini, che ha presentato la proposta di legge contro le discriminazioni progettata insieme all'onorevole Titti De Simone. "Con le firme di ben 158 parlamentari, è la legge più firmata della storia", dice Grillini, e intanto, sempre in attesa della risposta alla proposta di legge che allineerebbe l'Italia alle direttive Europee, lancia un avvertimento alla comunità GLBT: "Spesso ci si dimentica che quei pochi che hanno speso energie nei movimenti sono riusciti a cambiare il volto di questo Paese. Se non c'è movimento, se non c'è visibilità, è molto difficile ottenere una legge antidiscriminatoria."
Graziella Bertozzo ha mostrato al pubblico i risultati del "Progetto Daphne" per la difesa e la protezione dei giovani gay e delle giovani lesbiche. Il progetto, realizzato da Azione Gay e Lesbica di Firenze e che ha coinvolto associazioni italiane e straniere, è partito da un questionario dal quale è emersa una diretta correlazione tra l'aver subito violenza a causa della propria omosessualità e i tentativi di suicidio. I giovani campioni del questionario hanno percepito la violenza a causa del proprio orientamento sessuale, sia essa di tipo verbale, psichico o fisico, sempre come forte autocolpevolizzazione, reagendo con la chiusura in se stessi.
"C'è stata un'evoluzione nella società alla quale non ha corrisposto un'evoluzione della norma", dice Stefano Fabeni di CERSGOSIG Informagay Torino, che ha parlato dell'attuale situazione giuridica e delle prospettive future. "L'ultima riforma risale al 1892 con una norma che depenalizzava l'omosessualità e poneva identica età del consenso per eterosessuali e omosessuali, rendendo l'Italia una delle nazioni più liberali. Ma da allora è calato il silenzio."
Al momento quindi non esistono norme che prevengano o puniscano comportamenti discriminatori verso le persone omosessuali. La non-riforma potrebbe diventare una limitazione di circolazione nei Paesi membri della Comunità Europea, in quanto coppie gay legalizzate all'estero non lo sarebbero nel nostro Paese.
Fabeni parla a lungo anche della questione transessuale e del diritto inviolabile all'identità genere. Una normativa dovrebbe tutelare soprattutto le persone transessuali e transgender le quali, obbligate alla visibilità, sono più esposte a soprusi e a decisioni arbitrarie nel mondo del lavoro. "Senza una legge che prevenga e combatta la discriminazione a tutela del lavoratore e della lavoratrice omosessuale e transessuale", dice Fabeni, "l'Italia non farà un solo passo in più verso l'Europa."
La partecipazione transessuale è stata altissima. Per essi hanno parlato Christian Ballarin e Rosanna Viano - tra i campioni presi in esame dalla ricerca torinese - che hanno esposto le proprie impressioni su risultati e metodologia dello studio, annunciando inoltre la nascita del Circolo Culturale Transessuale torinese "Luna" presso il Maurice.
Christian Ballarin ha sottolineato la precisa responsabilità delle persone transessuali verso chi è indietro nel percorso: è giusto aiutare dopo essere stati aiutati anziché sparire nel nulla una volta superato il periodo di transizione. La "parola d'ordine" è quindi abbandonare gli atteggiamenti egoistici e mettere la propria esperienza al servizio degli altri.
Un minuto di silenzio per commemorare la scomparsa di Sylvia Rivera, la transgender che ha dato il via alla rivolta di Stonewall del '69, è stato chiesto da Deborah Lambillotte, presidente di Arcitrans, "La nostra società si divide e si relaziona con le persone basandosi unicamente su una differenza somatica: la presenza o l'assenza del pene", dice Deborah. "Molto diversa sarebbe la società se considerasse le persone per quello che hanno nel cervello, per la loro personalità, per le loro capacità, in una parola: per il loro genere, un genere che certamente non è binario."
A presentare una sintesi della situazione dei transessuali FtM (da donna a uomo) in Italia è stato Matteo Manetti, vicepresidente di Crisalide Azione-Trans, che si è concentrato sulle differenze di comportamento politico tra MtF e FtM. "Le persone transessuali sono guide spirituali, ponti di comunicazione tra i sessi" ricorda Matteo, citando la compianta Sylvia Rivera. Ma gli FtM sono generalmente meno presenti e meno disponibili a mettersi in primo piano per le battaglie per i diritti civili. "Gli FtM che lavorano per le associazioni si contano sulle dita di una mano. Mi auguro che la situazione cambi perché il lavoro da fare è immane." E a questo proposito la parola è passata a Davide Tolu che ha ufficializzato in questa sede la costituzione del Coordinamento Nazionale FtM, nato proprio per stimolare la partecipazione degli FtM alla vita delle associazioni.
In chiusura dei lavori, l'Assessore alle Politiche di Pari Opportunità di Torino Paola Pozzi s'è detta soddisfatta del convegno ed ha ringraziato le associazioni perché aiutano le amministrazioni locali a svolgere bene il proprio mestiere. "La comprensione delle diversità è un modo per vivere meglio, tende a far star bene tutti, non solo i 'diversi'", afferma, annunciando inoltre la disponibilità dell'Amministrazione alla collaborazione con le associazioni, all'ascolto e alla ricerca di azioni positive perché la libertà di tutti sia la linea conduttrice su cui organizzare la linea amministratrice.
Durante il dibattito finale, Mirella Izzo, presidente di Crisalide Azione-Trans, critica il movimento GLBT: "Perché le associazioni gay e lesbiche non sono insorte quando la libertà d'orientamento sessuale è stata inserita nella Carta dei Diritti Europea mentre il diritto all'identità di genere è stato volutamente escluso?" Esistono delle resistenze evidenti verso le persone transessuali da parte del movimento omosessuale, ma gay e lesbiche hanno molti più punti di contatto con le questioni riguardanti l'identità di genere di quanto non credano: "Sarebbe auspicabile far diventare questi punti di contatto una forza perché ci sia un vero movimento GLB e T."
Quest'ultimo intervento - che conclude due giornate intense di lavori incentrati soprattutto sulle esperienze omosessuali, a dispetto del titolo paritario - mette in evidenza quanto sia facile commettere gli stessi errori che condanniamo negli "altri" e passare in un attimo da discriminato a discriminante, da minoranza ignorata a maggioranza menefreghista.