La presa di posizione vaticana sulla questione transessualismo

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VATICANO: TRANSESSUALI NON POSSONO ESSERE RELIGIOSI O SUORE
E CHI CAMBIA SESSO DEVE ESSERE ESPULSO DALL'ORDINE
(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 31 GEN - I transessuali non possono diventare religiosi o suore e, qualora lo siano gia', devono essere espulsi dall'ordine di appartenenza, perche'
mostrano una ''situazione patologica della personalita'''. Lo afferma una nota riservata della Congregazione per la dottrina della fede indirizzata alla Congregazione per i religiosi.
Una anticipazione del documento e' fornita dalla agenzia Adista, che la pubblichera' integralmente nel suo prossimo numero.
La Congregazione guidata dal cardinale Joseph Ratzinger rileva come non si possa sostenere alcuna dicotomia tra aspetto fisico e aspetto psichico della personalita' nella determinazione del sesso. Di fronte alla ''dissociazione'' dei due elementi si ha una ''situazione patologica della personalita''', per cui il transessualismo ''rientra nel novero delle patologie meramente psichiche''. Da cio' la non ammissibilita' negli ordini religiosi e l'espulsione, in caso di cambio di sesso di un religioso o di una suora.(SEGUE).

CHR
31-GEN-03 11:37 NNNN


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VATICANO: TRANSESSUALI NON POSSONO ESSERE RELIGIOSI O SUORE (2)

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 31 GEN - La nota della Congregazione per la dottrina della fede e' stata indirizzata alla Congregazione per i religiosi che, a sua volta ha scritto, una ''lettera circolare e segreta'' da trasmettere ai superiori e superiore generali delle congregazioni religiose e degli
ordini di tutto il mondo. Potrebbe trattarsi quindi di una risposta a un quesito indirizzato dalla Congregazione per i religiosi a quella per la dottrina della fede, per ottenere lumi sul comportamento da tenere di fronte a casi verificatisi o che si potessero verificare.
La Congregazione del cardinale Ratzinger, inoltre, impone a quei superiori o superiore che non riescono a ''districarsi in situazioni tanto gravi e delicate'', di ''affidare la soluzione di questi casi alla Congregazione per la dottrina della fede.
Secondo la nota, il transessualismo rientra nel ''novero delle patologie meramente psichiche'', e va distinto dalle diverse forme di ''intersessualita''', che si caratterizzano, invece, solo per uno sviluppo disarmonico della sessualita' corporea. Dopo tali premesse la nota affronta la questione specifica se una persona transessuale possa essere ammessa alla vita consacrata. E la risposta e' negativa. ''Quando da chiari atteggiamenti esterni e su testimonianza degli addetti alla formazione - osserva la nota della Congregazione per la dottrina della fede - sorge il dubbio prudente circa la presenza di
transessualismo, il superiore faccia effettuare una accurata visita medica e psichiatrica: nel caso che risulti una patologia grave e irreversibile di transessualismo, non puo' ammettere validamente all'Istituto o alla Societa', mentre in caso di dubbio, non gli e' lecito ammetterlo, in quanto viene a mancare nel candidato una chiara e piena idoneita'''.
Non meno severa e' la prassi verso i transessuali gia' religiosi o suore. ''Ugualmente - afferma la lettera - il fedele membro di un Istituto religioso o di una Societa' di vita apostolica o Istituto secolare, che volontariamente si sottopone all'intervento di cambiamento di sesso, per il bene delle anime deve essere espulso dalla casa relgiosa'', e qui la nota fa riferimento ad alcuni commi del codice di diritto canonico. E' chiara nella nota la determinazione da parte di Ratzinger di intervenire nei casi piu' difficili: se i superiori e le superiore hanno difficolta' a ''districarsi in situazioni tanto gravi e delicate, si legge nella nota, ''hanno l'obbligo di affidare la soluzione di questi casi alla Congregazione per la
dottrina della fede per evitare che l'applicazione di criteri di giudizio non coerenti ed uniformi'' diventi motivo di scandalo.
La lettera della Congregazione per i religiosi ai superiori e superiore sulla nota di Ratzinger si conclude con una raccomandazione: ''Data la complessita' e la delicatezza della questione, si chiede a tutti destinatari di questa lettera circolare di mantenerla, insieme all'allegato Appunto della Congregazione per la dottrina della fede, nella massima riservatezza e di farne solo un uso interno all'Istituto o Societa' per i fini indicati''. (ANSA).

CHR
31-GEN-03 11:55 NNNN


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VATICANO: NO AI TRANSESSUALI IN CONVENTO /ANSA
E I CAMBI DI SESSO NON SI ANNOTANO SU REGISTRI PARROCCHIALI
(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 31 GEN - No del Vaticano ai religiosi transessuali: non possono entrare in convento, se cambiano sesso una volta ordinati devono essere espulsi, non possono chiedere che il cambio di sesso sia annotato sui registri parrocchiali.
E il divieto di modificare i registri parrocchiali sembrerebbe valere anche per i transessuali laici, per esempio nel caso in cui volessero sposarsi: non potendo modificare il certificato di battesimo relativamente al sesso i trans non potrebbero celebrare il matrimonio religioso.
Il ''no'' e' motivato con il fatto che i trans mostrano una ''situazione patologica della personalita''', con la
''dissociazione'' tra aspetto fisico e aspetto psichico, che li rende invalidi alla vita religiosa.
La pronuncia e' contenuta in una nota riservata della Congregazione della dottrina della fede. Secondo Adista, che ne ha anticipato una sintesi, la nota sarebbe stata indirizzata solo alla Congregazione per i religiosi. Secondo invece fonti statunitensi, Ratzinger l'avrebbe inviata a tutti i presidenti delle Conferenze episcopali del mondo, e sarebbe collegata anche ai dubbi sollevati dalla richiesta di una decina di transessuali degli Usa di potersi sposare in chiesa.
Premesso che la dissociazione tra aspetto fisico e psichico costituisce una ''situazione patologica della personalita''', la nota della Congregazione per la dottrina della fede risponde negativamente al quesito se un transessuale possa essere ammesso alla vita religiosa, e prescrive che ''dopo una accurata visita
medica e psichiatrica'', ''nel caso risulti una patologia grave e irreversibile di transessualismo'' il candidato non puo' essere ammesso ''validamente'', e ugualmente in caso di dubbio, visto che parimenti ''viene a mancare nel candidato una chiara e piena idoneita'''.
''Ugualmente - prosegue la nota della Congregazione per la dottrina della fede - il fedele membro di un Istituto religioso o di una Societa' di vita apostolica o Istituto secolare, che volontariamente si sottopone all'intervento di cambiamento di sesso, per il bene delle anime deve essere espulso dalla casa religiosa,...''. La Congregazione precisa inoltre che i superiori, qualora avessero difficolta' a ''districarsi in situazioni tanto gravi e delicate'' hanno l'obbligo di affidare la soluzione di questi casi alla Congregazione stessa, per evitare che ''l'applicazione di criteri di giudizio non coerenti ed uniformi'' diventi motivo di scandalo. In una lettera circolare riservata con cui la Congregazione per i religiosi ha
trasmesso ai superiori e superiore di tutto il mondo la nota di Ratzinger, si osserva che visto che il transessualismo pone ''non solo problemi di lecita' nella ammissione al noviziato e ai voti, ma anche di validita', nei casi certi'', ''e' necessario distinguere chiaramente i casi di vero transessualismo da altre forme, concomitanti o meno, di intersessualita' e di altre patologie psicologiche''.
La circolare firmata dal prefetto della Congregazione per i religiosi, cardinale Eduardo Martinez Somalo fa quindi ''presente che circa la condizione sessuale del fedele agli effetti canonici, cio' che conta e' la trascrizione fatta inizialmente nei registri parrocchiali diocesani, per cui anche in caso di mutamento di sesso per mezzo di intervento chirurgico e di conseguente cambiamento anagrafico nell'ambito civile nulla e' cambiato rispetto alla condizione iniziale'' e nei registri non puo' venire annotato il cambiamento di sesso di una persona consacrata.
Il ''no'' ai trans in convento segue di alcuni mesi una pronuncia, altrettanto riservata, del prefetto per il Clero, cardinale Medina Estevez, contro l'ammissione al sacerdozio delle persone omosessuali.
Anche se i casi in questione sembrano essere pochi, e limitati a una particolare zona dell'Occidente, la nota di Ratzinger indica che la Chiesa comincia a porsi il problema dei transessuali al suo interno, sia religiosi che laici. (ANSA).

CHR
31-GEN-03 17:28 NNNN



GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO del 1/2/03
pronuncia
Anche ai laici, dice Ratzinger, è vietato il matrimonio religioso
«Transessuali non ammissibili
nei conventi e nelle parrocchie»
Il Vaticano: e vanno espulsi se già ordinati frati o preti

CITTA' DEL VATICANO No del Vaticano ai religiosi transessuali: non possono entrare in convento, se cambiano sesso una volta ordinati devono essere espulsi, non possono chiedere che il cambio di sesso sia annotato sui registri parrocchiali. E il divieto di modificare i registri parrocchiali sembrerebbe valere anche per i transessuali laici, per esempio nel caso in cui volessero sposarsi: non potendo modificare il certificato di battesimo relativamente al sesso i trans non potrebbero celebrare il matrimonio religioso.
Il «no» è motivato con il fatto che i trans mostrano una «situazione patologica della personalità», con la «dissociazione» tra aspetto fisico e aspetto psichico, che li rende invalidi alla vita religiosa. La pronuncia è contenuta in una nota riservata della Congregazione della dottrina della fede. Secondo Adista, che ne ha anticipato una sintesi, la nota sarebbe stata indirizzata solo alla Congregazione per i religiosi. Secondo invece fonti statunitensi, Ratzinger l'avrebbe inviata a tutti i presidenti delle Conferenze episcopali del mondo, e sarebbe collegata anche ai dubbi sollevati dalla richiesta di una decina di transessuali degli Usa di potersi sposare in chiesa.
Premesso che la dissociazione tra aspetto fisico e psichico costituisce una «situazione patologica della personalità», la nota della Congregazione per la dottrina della fede risponde negativamente al quesito se un transessuale possa essere ammesso alla vita religiosa, e prescrive che «dopo una accurata visita medica e psichiatrica», «nel caso risulti una patologia grave e irreversibile di transessualismo» il candidato non può essere ammesso «validamente», e ugualmente in caso di dubbio, visto che parimenti «viene a mancare nel candidato una chiara e piena idoneità».
«Ugualmente - prosegue la nota della Congregazione per la dottrina della fede - il fedele membro di un Istituto religioso o di una Società di vita apostolica o Istituto secolare, che volontariamente si sottopone all'intervento di cambiamento di sesso, per il bene delle anime deve essere espulso dalla casa religiosa». La Congregazione precisa inoltre che i superiori, qualora avessero difficoltà a «districarsi in situazioni tanto gravi e delicate» hanno l'obbligo di affidare la soluzione di questi casi alla Congregazione stessa, per evitare che «l'applicazione di criteri di giudizio non coerenti ed uniformi» diventi motivo di scandalo. In una lettera circolare riservata con cui la Congregazione per i religiosi ha trasmesso ai superiori e superiore di tutto il mondo la nota di Ratzinger, si osserva che visto che il transessualismo pone «non solo problemi di lecità nella ammissione al noviziato e ai voti, ma anche di validità, nei casi certi», «è necessario distinguere chiaramente i casi di vero transessualismo da altre forme, concomitanti o meno, di intersessualità e di altre patologie psicologiche».

VLADIMIR LUXURIA -

«Assurdo! Così viene alienato il diritto alla vocazione e quello al sacerdozio». Questo il primo commento di Vladimir Luxuria. Il contenuto della lettera, secondo Vladimir «è in contraddizione con le recenti affermazioni del Papa, secondo cui l'omosessualità di per sè non è un peccato, l'importante è il non praticarla. Da una parte -commenta- la Chiesa si è dimostrata comprensiva nei confronti dei sacerdoti pedofili americani, mentre invece non si dimostra per nulla comprensiva verso i transessuali».


CORRIERE DELLA SERA del 1/2/03

Il Vaticano: no ai transessuali
hanno personalità patologica


No del Vaticano ai religiosi transessuali: non possono entrare in convento, se cambiano sesso una volta ordinati vanno espulsi, non possono chiedere che il cambio di sesso sia annotato sui registri parrocchiali. E il divieto di modificare i registri parrocchiali sembrerebbe valere anche per i transessuali laici, per esempio nel caso in cui volessero sposarsi: non potendo modificare il certificato di battesimo relativamente al sesso i trans non potrebbero sposarsi in chiesa. Il «no» è motivato con il fatto che i trans mostrano una «situazione patologica della personalità», con la «dissociazione» tra aspetto fisico e aspetto psichico, che li rende invalidi alla vita religiosa. La pronuncia è in una nota riservata della Congregazione della dottrina della fede. Che, secondo fonti statunitensi, Ratzinger avrebbe inviato a tutti i presidenti delle Conferenze episcopali del mondo.


IL MESSAGGERO del 1/2/03
PRIMA PAGINA
Vaticano: via
i transessuali
dai conventi

ROMA — No del Vaticano ai religiosi transessuali: non possono darsi al sacerdozio e se cambiano sesso quando già sono stato ordinati devono essere espulsi dal convento o dalla parrocchia. Non hanno il diritto di chiedere che il cambio di sesso sia annotato sui registri parrocchiali. Un diritto, quest’ultimo, che sembra estendibile anche ai transessuali laici, per esempio nel caso in cui volessero sposarsi: non potendo modificare il certificato di battesimo relativamente al sesso, non potrebbero celebrare il matrimonio religioso.


NOTA DI RATZINGER

Il Vaticano dice “no” ai transessuali in convento
Secondo la Congregazione per la dottrina e la fede, cambiare sesso rende impossibile anche il matrimonio

CITTÀ DEL VATICANO No del Vaticano ai religiosi transessuali: non possono entrare in convento, se cambiano sesso una volta ordinati devono essere espulsi, non possono chiedere che il cambio di sesso sia annotato sui registri parrocchiali. E il divieto di modificare i registri parrocchiali sembrerebbe valere anche per i transessuali laici, per esempio nel caso in cui volessero sposarsi: non potendo modificare il certificato di battesimo relativamente al sesso i trans non potrebbero celebrare il matrimonio religioso.
Il “no" è motivato con il fatto che i trans mostrano una «situazione patologica della personalità», con la «dissociazione» tra aspetto fisico e aspetto psichico, che li rende invalidi alla vita religiosa. La pronuncia è contenuta in una nota riservata della Congregazione della dottrina della fede. Secondo Adista, che ne ha anticipato una sintesi, la nota sarebbe stata indirizzata solo alla Congregazione per i religiosi. Secondo invece fonti statunitensi, Ratzinger l'avrebbe inviata a tutti i presidenti delle Conferenze episcopali del mondo, e sarebbe collegata anche ai dubbi sollevati dalla richiesta di una decina di transessuali degli Usa di potersi sposare in chiesa.
Premesso che la dissociazione tra aspetto fisico e psichico costituisce una «situazione patologica della personalità», la nota della Congregazione per la dottrina della fede risponde negativamente al quesito se un transessuale possa essere ammesso alla vita religiosa, e prescrive che «dopo una accurata visita medica e psichiatrica», «nel caso risulti una patologia grave e irreversibile di transessualismo» il candidato non può essere ammesso «validamente», e ugualmente in caso di dubbio, visto che parimenti «viene a mancare nel candidato una chiara e piena idoneità».
«Ugualmente - prosegue la nota della Congregazione per la dottrina della fede - il fedele membro di un Istituto religioso o di una Società di vita apostolica o Istituto secolare, che volontariamente si sottopone all'intervento di cambiamento di sesso, per il bene delle anime deve essere espulso dalla casa religiosa,...». La Congregazione precisa inoltre che i superiori, qualora avessero difficoltà a «districarsi in situazioni tanto gravi e delicate» hanno l'obbligo di affidare la soluzione di questi casi alla Congregazione stessa, per evitare che «l'applicazione di criteri di giudizio non coerenti ed uniformi» diventi motivo di scandalo.


IL GIORNO / IL RESTO DEL CARLINO del 1/2/03

Suore e preti transex?
Ratzinger: «Vade retro»


ROMA — La transessualità è una «situazione patologica della personalità», una malattia psichica: chi ne è affetto non può entrare in un ordine religioso. E se si cambia sesso una volta ordinati si deve essere espulsi.
Il cardinale Joseph Ratzinger, che dirige la Congregazione per la dottrina della fede, ha inviato una lettera alla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica (quella che dirige l'organizazione interna degli ordini religiosi) per escludere che i transessuali possano far parte di un qualsiasi ordine religioso.
Visita psichiatrica
La lettera avrebbe dovuto rimanere segreta, ma è stata diffusa in sintesi dall'agenzia di stampa Adista, vicina agli ambienti del dissenso religioso. Secondo fonti statunitensi Ratzinger l'avrebbe inviata a tutti i presidenti delle Conferenze episcopali del mondo e sarebbe collegata anche ai dubbi sollevati dalla richiesta di una decina di transessuali americani di potersi sposare in chiesa. Per il cardinale tedesco c'è infatti il divieto di modificare i registri parrocchiali, il che vale anche per i transessuali laici che chiedono di sposarsi in chiesa. La lettera sottolinea che il «no» è motivato dal fatto che i trans mostrano una «situazione patologica della personalità», con la dissociazione tra aspetto fisico e psichico, che li rende «invalidi» alla vita religiosa. Inoltre «un'operazione chirurgica è così superficiale ed esterna che non cambia la personalità: un uomo rimane un uomo e una donna rimane una donna» Nella sua nota, la Congregazione per la dottrina della fede risponde negativamente alla domanda se un transessuale possa essere ammesso alla vita consacrata.
Ratzinger ha motivato il suo «no» scrivendo: «Quando, da chiari atteggiamenti esterni e su testimonianza degli addetti alla formazione, sorge un dubbio circa la presenza di transessualismo, il Superiore faccia effettuare un'accurata visita medica e psichiatrica. Nel caso che risulti una patologia grave e irreversibile di transessualismo, il Superiore non può ammettere validamente nell'Istituto o nella Società il soggetto, mentre in caso dubbio non gli è lecito ammetterlo in quanto viene a mancare nel candidato una chiara e precisa identità». Il documento aggiunge anche che chi fa parte di un ordine religioso non può sottomettersi a un'operazione di cambiamento del sesso. Se lo fa, «per il bene delle anime, deve essere espulso dalla casa religiosa». Ai superiori e alle superiore che dovessero incontrare difficoltà «a districarsi in situazioni tanto gravi e delicate» Ratzinger consiglia di rivolgersi alla sua Congregazione per evitare che «l'applicazione di criteri di giudizio non coerenti e uniformi» diventi motivo di scandalo.
Il documento è stato trasmesso alla Congregazione per la vita consacrata, diretta dal cardinale Eduardo Martinez Somalo, che lo ha inviato ai superiori delle Congregazioni religiose.
«Distinguere i casi»
Allegata vi è una lettera del cardinale in cui si osserva che visto che il transessualismo pone «non solo problemi di liceità nell'ammissione al noviziato e ai voti, ma anche di validità nei casi certi, è necessario distinguere i chiaramente casi di vero transessualismo da altre forme, concomitanti o meno, di intersessualità e di altre patologie psicologiche». Il «no» ai trans in convento segue di alcuni mesi una pronuncia del cardinale Medina Estevez contro l'ammissione al sacerdozio degli omosessuali.

di Fabio Negro


IL PICCOLO del 1/2/03
Il Vaticano: per i «trans»
non c’è posto nella Chiesa


CITTA’ DEL VATICANO «Il componente di un istituto religioso o di una società di vita apostolica che si sottomette a un intervento per cambiare sesso deve essere espulso dalla sua casa religiosa per il bene delle anime». L'ammonimento del Vaticano è stato inviato alle congregazioni e agli ordini religiosi di tutto il mondo. Da Roma si insiste su tre punti in particolare: la non ammissibilità dei transessuali alla vita consacrata, l'espulsione di quanti fra questi già sono incardinati in un ordine religioso, il rifiuto da parte dei preti di apporre modifiche nel registro dei battesimi qualora un fedele abbia cambiato sesso. Il sacerdote, di conseguenza, non dovrà celebrare un eventuale matrimonio di quest'ultimo una volta compiuto l'intervento chirurgico. La documentazione è stata pubblicata dall'agenzia stampa Adista, specializzata in fatti di vita religiosa.
Il testo nel quale viene esplicitata la presa di posizione del Vaticano è firmato dal card. Eduardo Martinez Somalo, prefetto della Congregazione per i religiosi, ed è accompagnato da una nota della Congregazione per la dottrina della fede che porta in calce la firma del cardinale prefetto Joseph Ratzinger. «Data la delicatezza e la complessità della questione - si legge nel documento - si domanda a tutti i destinatari di assicurare a questa lettera, così come alla nota della Congregazione per la dottrina della fede, la massima riservatezza e di servirsene esclusivamente all'interno dell'istituto o della società religiosa per gli scopi indicati». La transessualità viene definita dal Vaticano come una «patologia meramente psichica», per questo una persona transessuale non deve entrare a far parte della vita consacrata in tutte le sue articolazioni, si tratti di religiosi, frati, monaci, monache o suore. Per lo stesso motivo la nota del cardinale Ratzinger è altrettanto dura circa i criteri di ammissione. Qualora vi sia un dubbio anche solo sull'insorgenza della transessualità in un candidato alla vita consacrata, il «Superiore deve esigere una visita medica e psichiatrica accurata su quest'ultimo». Così, se il dubbio sussiste, il candidato non deve essere ammesso dal momento che egli non può «assicurare un'identità piena e chiara».
Di recente il Vaticano si era già espresso contro l'ordinazione sacerdotale degli omosessuali attraverso la Congregazione per i sacramenti e il culto divino. In quel caso la Curia rispose a una questione concreta e nota come quella relativa alla presenza di gay fra i sacerdoti. Anche i documenti resi noti ieri si riferiscono, con ogni probabilità, ad una problematica reale.


IL MESSAGGERO VENETO del 1/2/03

Vaticano: no ai religiosi transessuali


CITTA’ DEL VATICANO. No del Vaticano ai religiosi transessuali: non possono entrare in convento, se cambiano sesso una volta ordinati devono essere espulsi, non possono chiedere che il cambio di sesso sia annotato sui registri parrocchiali. E il divieto di modificare i registri parrocchiali sembrerebbe valere anche per i transessuali laici, per esempio nel caso in cui volessero sposarsi: non potendo modificare il certificato di battesimo relativamente al sesso, i trans non potrebbero celebrare il matrimonio religioso.
Il «no» è motivato con il fatto che i trans mostrano una «situazione patologica della personalità», con la «dissociazione» tra aspetto fisico e aspetto psichico, che li rende invalidi alla vita religiosa. La pronuncia è contenuta in una nota riservata della Congregazione della dottrina della fede. Secondo Adista, che ne ha anticipato una sintesi, la nota sarebbe stata indirizzata solo alla Congregazione per i religiosi. Secondo invece fonti statunitensi, il cardinale Josef Ratzinger l’avrebbe inviata a tutti i presidenti delle Conferenze episcopali del mondo, e sarebbe collegata anche ai dubbi sollevati dalla richiesta di una decina di transessuali degli Usa di potersi sposare in chiesa.
Premesso che la dissociazione tra aspetto fisico e psichico costituisce una «situazione patologica della personalità», la nota della Congregazione per la dottrina della fede risponde negativamente al quesito se un transessuale possa essere ammesso alla vita religiosa, e prescrive che «dopo una accurata visita medica e psichiatrica», «nel caso risulti una patologia grave e irreversibile di transessualismo» il candidato non può essere ammesso «validamente», e parimenti in caso di dubbio, visto che parimenti «viene a mancare nel candidato una chiara e piena idoneità». «Ugualmente - prosegue la nota della Congregazione per la dottrina della fede - il fedele membro di un Istituto religioso o di una Società di vita apostolica o Istituto secolare, che volontariamente si sottopone all’intervento di cambiamento di sesso, per il bene delle anime deve essere espulso dalla casa religiosa,...». La Congregazione precisa inoltre che i superiori, qualora avessero difficoltà a «districarsi in situazioni tanto gravi e delicate», hanno l’obbligo di affidare la soluzione di questi casi alla Congregazione stessa.
In una lettera circolare riservata con cui la Congregazione per i religiosi ha trasmesso ai superiori e superiore di tutto il mondo la nota di Ratzinger, si osserva che visto che il transessualismo pone «non solo problemi di lecità nella ammissione al noviziato e ai voti, ma anche di validità, nei casi certi», «è necessario distinguere chiaramente i casi di vero transessualismo da altre forme, concomitanti o meno, di intersessualità e di altre patologie psicologiche».


IL MANIFESTO del 1/2/03

TRANSESSUALI
L'inquisizione del cardinale Ratzinger

Si fa presto a dire castità. Chi vuole indossare una tonaca di qualsiasi tipo per entrare nei ranghi della chiesa cattolica deve avere, per poi reprimerle come si deve, le inclinazioni e le identità sessuali «giuste». Perciò, dopo il divieto di ammissione al sacerdozio per gli omosessuali, la congregazione per la dottrina della fede (già Santa Inquisizione) presieduta dal mitico cardinale Ratzinger mette ordine a modo suo nella complessa e segretissima questione della transessualità all'interno di conventi, seminari e parrocchie. E stabilisce che le persone «affette» da questa «situazione patologica della personalità» non possono diventare preti, frati e suore o, se lo sono già, devono essere espulsi dai rispettivi ordini religiosi. La drastica «soluzione», viene prospettata, per espressa delega papale, in una nota della Congregazione per la dottrina della fede trasmessa al dicastero vaticano competente per i religiosi, che a sua volta, con una lettera circolare «riservatissima», ne ha informato un paio di settimane fa i responsabili di congregazioni e ordini di tutto il mondo. Il segreto, però, è durato poco e il testo della nota e della successiva circolare è stato reso pubblico dall'agenzia di informazione Adista.


LA NUOVA SARDEGNA del 3/2/03

Transessuali contro il Vaticano:
«Non siamo malati psichici»


ROMA. I transessuali italiani rifiutano la definizione vaticana che li ha classificati come «malati psichici» e affermano che con tali prese di posizione il Vaticano vuole solo distoglierle l'attenzione «dalle gravi problematiche, vedi la piaga della pedofilia, che ha veduto verificarsi al proprio interno».
Si esprimono in tal senso, a proposito della recente nota riservata della Congregazione per la dottrina della fede, Mirella Izzo presidente di «Crisalide AzioneTrans» e Marcella Di Folco, presidente del Mit.
«Noi - affermano le due esponenti trans in un comunicato - portiamo le nostre perizie psichiatriche alle quali, volenti o nolenti, abbiamo dovuto sottoporci per ottenere il permesso ad accedere alla rettificazione sessuale; la chiesa cattolica faccia altrettanto con i suoi sacerdoti. Poi paragoniamo i risultati. E se dovesse accadere, come noi crediamo, che gli esiti delle persone transessuali risulteranno analoghi (se non migliori) rispetto a quella dei sacerdoti, il Vaticano ne tragga le dovute conseguenze, receda dalle sue posizioni e convinzioni e chieda scusa a tutti noi».